Giovan Battista Nenna: la storia del primo scrittore barese che fu pubblicato all'estero
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venerdì 30 novembre 2018
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di Laura Villani
Eppure Nenna è uno dei pochi baresi riusciti a pubblicare un libro di successo, stampato anche in Francia e in Inghilterra. Il titolo era “Il Nennio” (nell'immagine il frontespizio della prima edizione) e si trattava di uno scritto sulla “vera nobiltà” sviluppato in forma di dialogo che fece parlare molto di sé a quei tempi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nato agli inizi del 500 da Vincenzo Nenna e Luisa Pasqualino, Giovan Battista trascorse l’infanzia a Bari, a quel tempo governata dalla duchessa Isabella d’Aragona. Si trasferì poi a Padova per studiare Legge e nella città veneta iniziò a ricevere importanti incarichi diplomatici da parte di Bona Sforza, che nel frattempo era succeduta alla madre. Nel 1530 presenziò anche a Bologna all’incoronazione imperiale di Carlo V, che lo fece in seguito “Cavaliere di Cesare”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Divenne quindi un giurista e diplomatico e nel 1542 decise di dare alle stampe a Venezia la sua opera, alla quale seguì un’edizione riveduta e corretta l’anno dopo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
I fatti raccontati nel libro hanno luogo nel 1528 in una villa della campagna barese, lì dove un gruppo di giovani aveva trovato rifugio durante un conflitto in corso. In quei giorni la brigata prende parte al dibattito tra il giovane aristocratico Possidonio e l’intellettuale spiantato Fabrizio, ciascuno convinto di essere più nobile dell’altro rispettivamente per titolo e per virtù. Entrambi usano argomenti molto in voga nel Rinascimento, epoca in cui questi temi spopolavano nelle librerie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma ecco che interviene nella discussione Nennio. Chiamato a decidere su chi abbia ragione, il giovane afferma prima di tutto che la vera aristocrazia è quella che accompagna al “sangue blu” anche un comportamento retto e un adeguato bagaglio culturale. Ma poi sottolinea come possa esistere anche una nobiltà “civile”, che si acquisisce non per eredità, ma grazie a un comprovato talento nelle lettere o nelle armi.
Attraverso il suo personaggio Nenna si fa quindi portavoce della borghesia e della meritocrazia con un certo anticipo sui tempi, fotografando una realtà in rapida evoluzione in tutta Europa. I cancellieri, gli avvocati, i mercanti, i banchieri e tutti i nuovi ricchi stavano infatti cominciando a contrapporsi a ceto aristocratico sempre più “antico” e in crisi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Furono proprio questi concetti “rivoluzionari” ad attrarre sul giurista pugliese l’attenzione europea, seppur con ritardo. Il volume come detto venne tradotto sia in Francia (nel 1583) che in Inghilterra (1595), dove fu persino ristampato e accompagnato dai sonetti di quattro importanti poeti tra cui Edmund Spenser, acclamato autore del poema “La regina delle fate”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Purtroppo Giovan Battista non godette di questo successo internazionale, visto che morì nel 1565. E mentre all’estero venne riscoperto e apprezzato, in patria fu ben presto dimenticato.
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I commenti
- Vito Pascale - NENNA, Giovan Battista. – Nacque a Bari da Vincenzo e da Luisa Pascalino, fra il 1509 e il 1513, come si deduce dalle notizie offerte da lui stesso nel dialogo in prosa IlNennio, il quale ragiona di nobiltà.
- Francesco Quarto - Lodi a Laura Villani, alla quale chiedo tuttavia di passare da me per saperne di più del Nenna e di contesti biografici e storici similari (scusatemi la modesta presunzione) Quindi voglio aggiungere un paio di dettagli a quanto correttamente riferito dalla giovane autrice: Giovanni Battista è padre di Pomponio, che insieme a Stefano Felis (gatto) è stato un rinomato madrigalista: sono due figure (e non sono gli uniche) che meritano apprezzamenti, riconoscimenti e riscoperta almeno da parte dei cittadini. Per secondo ricordo che un nostro italianista ha curato una edizione critica del Nennio: Raffaele Girardi, Il Nennio il quale ragiona di nobiltà / Giovan Battista Nenna . Bari, Laterza, 2003. Attendo i giovani ricercatori presso la biblioteca nazionale almeno fino a quando non andrò in pensione!!! Saluti Francesco Quarto