Bari: tra giri, bigliettini e zitelle, la leggenda della "Colonna miracolosa" di San Nicola
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venerdì 4 dicembre 2020
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di Mina Barcone
Perché quella di cui stiamo parlando è una pratica secolare. Da sempre infatti le “signorine” del capoluogo pugliese, il giorno della ricorrenza del santo, usano scendere nella cripta della chiesa dedicata al Vescovo di Myra per chiedere il “favore” di trovare marito. Nella cappella sotterranea infatti, nell’angolo a destra dell’entrata, si trova la cosiddetta “Colonna Miracolosa”: un pilastro in marmo rossiccio protetto da una grata in ferro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tradizione vuole che le giovani debbano girare per tre volte attorno alla colonna, chiedendo di sposarsi entro l’anno. Una consuetudine questa portata avanti per secoli, ma interrottasi nel 2007, quando a causa di lavori di ristrutturazione è divenuto impossibile effettuare il passaggio. Ma le donne non si sono arrese e hanno sostituito l’usuale “camminata” con delle preghiere, scritte su dei bigliettini inseriti poi all’interno della grata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Quest’anno però a causa del Coronavirus tutto ciò non avrà luogo. «Peccato – ci dice la 57enne “barivecchiana” Gaetana – è un rito che noi del centro storico abbiamo sempre sentito. Ricordo quando da ragazze andavamo a messa alle ore 5 del 6 dicembre, per poi scendere nella cripta. Aspettavamo impazienti il nostro turno, visto che si formava una gran coda. E poi giravamo attorno al pilastro per tre volte ripetendo: “San Nicola troverò marito quest’anno?”. Io ho conosciuto così il mio uomo e prima di me mia madre, mia nonna e la mia bisnonna».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma da dove nasce questa usanza? Tutto ha origine dal famoso miracolo avvenuto a Myra, quando tra il 200 e il 300 d.C. San Nicola aiutò tre sfortunate sorelle. Il padre delle ragazze infatti, non avendo i mezzi economici per poterle maritare, suggerì loro di prostituirsi in modo da raccogliere il denaro necessario alla dote. Così intervenne il santo, che regalò loro delle monete d’oro all’interno di tre sacchetti, permettendo quindi alle fanciulle di potersi sposare senza “vendersi”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da questa leggenda nasce il Nicola “protettore delle donne nubili”. In più viene spiegato il perché si debbano fare proprio tre giri: stesso numero tra l’altro delle palle d’oro tenute in mano dal santo in ogni sua immagine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E la colonna invece che ruolo ha? Anche qui dobbiamo affidarci al racconto di un miracolo. Pare infatti che il pilastro venne rinvenuto dal Patrono a Roma, all’interno dell’abitazione di una prostituta. Non si sa per quale motivo San Nicola lo segnò con una croce spingendolo con il piede nel Tevere. Fatto sta che il monumento attraversò tutto il Mediterraneo per arrivare a Myra, nell’attuale Turchia, dove rimase per quasi mille anni. Questo sino al fatidico anno 1087, quando le reliquie del santo furono portate a Bari dai famosi 62 marinai. La leggenda vuole che la colonna abbia seguito la loro nave, per poi essere collocata da San Nicola stesso, con l’aiuto di due angeli, all’interno della cripta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella cappella ipogea il pilastro ha trovato quindi casa ed è lì che viene venerato da secoli, soprattutto dalle ragazze in cerca di marito. Un’attenzione questa che ha portato alcune di loro, nel corso del tempo, a staccarne qualche pezzettino da portare a casa, alla stregua di un souvenir. Così nei primi anni del 900 la Curia ha deciso di proteggere il monumento con una grata in ferro e nel 1953 l’ha spostata dal centro della cappella nell’angolo destro: posizione più defilata che occupa attualmente.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nei primi anni del nuovo Millennio poi, a causa di alcuni lavori di ristrutturazione, la parete antistante la colonna è stata ispessita rendendo così sempre più difficile il passaggio attorno. «All’inizio c’era però chi non si dava pace: ragazze che continuavano a non voler rinunciare al rito – sottolinea Grazia, impiegata negli uffici della Basilica –. E così spesso ci siamo ritrovati a dover soccorrere delle fanciulle rimaste incastrate nel tentativo di compiere il giro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da quel momento come detto è iniziato il rito alternativo dei “bigliettini”, che pare abbia comunque funzionato. Una pratica questa che si spera possa ritornare l’anno prossimo, quando con i “distanziamenti” terminati sarà più facile per le ragazze trovare qualcuno disposte ad abbracciarle, sempre con la benedizione di San Nicola.
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