Bari, ImprovAbili: la compagnia che mette in scena l'inedita "improvvisazione teatrale"
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giovedì 5 dicembre 2024
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di Silvia Strisciuglio - foto Rafael La Perna
A Bari da tredici anni c’è una compagnia diretta da un attore canadese che calca il palcoscenio senza canovaccio: si chiama “ImprovAbili” e si avvale della collaborazione del Teatro Osservatorio di via Re David nel quale ha sede. (Vedi foto galleria)
È proprio nel teatro suddetto che facciamo la conoscenza del 64enne Ian Algie, colui che ha portato l’inedita improvvisazione teatrale nel capoluogo pugliese.
«Sono nato in Canada nel 1960 e ho iniziato a studiare teatro al “Second City Improvisation Theatre” di Toronto sotto la guida di alcuni dei pionieri dell’improvvisazione teatrale, come Paul Sills e David Shepherd - ci dice Ian -. L’amore per il palcoscenico mi ha poi portato in giro per il mondo, tra Inghilterra, Stati Uniti, Francia e Austria. A condurmi a Bari, nel 1996, è stato invece l’amore per mia moglie, originaria di queste parti».
L’idea di fondare “ImprOfficina”, la scuola di teatro ancora attiva da cui è nata la compagnia, arriva quando Algie si rende conto che in Italia la forma artistica dell’improvvisazione teatrale è quasi del tutto sconosciuta. «Nel Nord America l’improvvisazione teatrale è un ingrediente essenziale nella formazione degli attori professionisti – afferma -, mentre in Italia raramente gli attori sanno come improvvisare. Questo è il motivo per cui, nel 2011, ho deciso di aprire la scuola».
Una delle sue prime allieve è stata la 47enne Angela Borromeo, oggi divenuta attrice e insegnante. «In questo tipo di spettacoli gli attori non seguono un copione, ma costruiscono una storia insieme direttamente in scena, partendo da uno spunto offerto dal pubblico - spiega Angela -. Funziona come una sorta di staffetta: un attore comincia il racconto su impulso del pubblico, un altro si “aggancia” aggiungendo il suo pezzo della storia, che costituirà poi la base per l’invenzione di un altro compagno e così via».
Questo meccanismo si chiama yes anding ed è alla base dell’improvvisazione teatrale. Il nome deriva dall’espressione inglese "yes, and…" (sì, e...) e indica le due fasi in cui la tecnica si articola: accogliere l’idea dell’altro, anche se non ti piace o non te l’aspettavi (“yes”) e costruire su quanto detto qualcosa di nuovo (“and”).
Con questo sistema, ogni attore deve quindi arricchire e valorizzare la proposta del compagno, qualunque essa sia. «Andare in scena senza un canovaccio è come fare un salto nel buio: non puoi sapere quello che accadrà – affermano Barbara e Giuliana, componenti di ImprovAbile -. L’unico modo per evitare di schiantarsi è avere fiducia nel proprio istinto e nelle capacità degli altri».
La performance riesce quindi quando gli attori sono connessi tra loro, pronti ad ascoltarsi. «Ci si sente “protetti” dai colleghi: quando mi trovo in difficoltà sul palco so che qualcuno mi verrà in aiuto continuando la storia», ci conferma Ervino, anche lui membro della compagnia.
Non resta ora che assistere a un vero spettacolo di improvvisazione teatrale. Per questo gli attori ci invitano, la sera del 23 novembre, a un incontro delle “ImprOlimpiadi”: un format in cui due squadre si sfidano a suon di “improvvisate” con il pubblico che decreta alla fine il vincitore.
Ci ritroviamo così in un Teatro Osservatorio gremito di spettatori pronti ad prender parte alla sfida tra due team avversi: i gialli e i verdi, composti da quattro attori ciascuno.
Su ogni sedia sono presenti dei cartoncini dei due colori, con i quali il pubblico voterà la performance migliore.
Ma chi assiste non deve solo giudicare ma anche dare il via allo spettacolo, diviso in vari “giochi d’improvvisazione”. Per ogni gioco saranno gli spettatori a decidere ad esempio le frasi dalle quali gli attori dovranno partire per costruire una storia oppure il tema che sarà il filo conduttore della messa in scena o anche il luogo immaginario in cui sarà ambientata la performance.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta lanciata la sfida la competizione prende ritmo: gli attori si lanciano nell’azione, cercando di dare vita a situazioni ed emozioni usando non solo la voce ma anche il corpo. Alla fine di ogni gioco gli spettatori votano sollevando il cartoncino verde o giallo: chi riceve più preferenze vince. E così il pubblico, contribuendo alla realizzazione dello spettacolo, ne diventa parte integrante. È la magia dell’improvvisazione.
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Rafael La Perna e Gaia Agnelli) la nostra visita alla compagnia ImprovAbili:
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