Cisternino: un viaggio tra gli Ashram, «lì dove si concentrano le energie»
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venerdì 12 luglio 2013
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di Eva Signorile
Il percorso verso il Centro Ashram di Cisternino, è già un’ascesi: si trova in alto, su una collina in Contrada Portarino e vi si arriva attraverso un intricato reticolo di tratturi, muretti a secco e viottoli sterrati. Il terrore di rimanere bloccati nel mezzo di una campagna sconosciuta, con i telefonini che non captano il segnale, ci assale di tanto in tanto, ma qualcuno disposto a darci indicazioni lo si trova sempre, tra le masserie e i trulli che punteggiano la zona.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Arriviamo al centro verso il tardo pomeriggio e lo spettacolo del paesaggio al tramonto vale tutte le ansie che ci hanno accompagnati fin lì e che si sbriciolano nella quiete che il posto subito trasmette. Ci sono giovani donne dalle lunghe gonne e bambini che giocano, ma non se ne odono gli schiamazzi. «Ospitiamo spesso dei campi per ragazzi – ci spiega una donna – è una delle tante attività del Centro».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Seminari, incontri o semplici soggiorni per riprendersi un po’ dalla vita cittadina e approcciare lo stile di vita dei seguaci di Bhole Baba, sono altre attività che il Centro propone. Il prossimo appuntamento è per fine luglio con la festa di “Gurupurmina”, per la luna piena e il rito del fuoco. Per statuto, l’Ashram non ha fini di lucro. «Ci sosteniamo attraverso le donazioni e attraverso il contributo che ognuno di noi può dare alla Comunità», spiega Francesco Russo, presidente della fondazione Bhole Baba.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il Centro è stato fondato nel 1979 da tre donne – continua Russo - una milanese, una tedesca e una genovese che si sono conosciute in India, ad Herakan, un villaggio sull’Himalaya. Lisetta Carmi, vive ancora a Cisternino».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Queste tre donne avrebbero avuto da Bohle Baba il compito di fondare il primo Ashram occidentale proprio a Cisternino. Ma perché proprio qui? «Qui si concentrano molte energie. Anche gli antichi lo sapevano», ci racconta un seguace, mentre appronta le stuoie e i cuscini per le preghiere della sera, davanti all’altare: è qui ci si riunisce nelle serate calde. In inverno invece si preferisce la vicina “Kirtanhall”. La donna ci racconta che nelle preghiere gli uomini sono separati dalle donne, pur rimanendo nello stesso ambiente. «Non si tratta di misoginia – sottolinea Russo – per la meditazione, bisogna creare le condizioni più favorevoli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Bhole Baba è il nome di uno dei 1080 aspetti di Shiva e significa “Padre Semplice”», racconta ancora Russo. Secondo la tradizione, Bohle Baba, detto anche “Babaji” è apparso all’improvviso, nudo e con il corpo cosparso di cenere, in una grotta sulla riva del fiume Gotam Ganga, all’apparente età di 20 anni. Tre mesi dopo è salito sulla vetta del monte Kailash e lì sarebbe rimasto in meditazione per 45 giorni. Presto, i suoi discepoli si sono moltiplicati. Babaji è rimasto per 14 anni a Herakan, fino alla morte, o meglio « fino a quando ha abbandonato il suo corpo fisico», ci correggono i suoi seguaci. Babaji, sarebbe dunque l’incarnazione di uno degli aspetti di Shiva, il Dio blu della tradizione induista.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Secondo Bhole Baba – ci dicono – l’unica religione che esiste è “essere umani”. Tutte le religioni portano a Dio, cioè alla Verità. Il fine ultimo è quindi unire». Per questo motivo, possono seguirlo anche persone che hanno altri credi religiosi. Un messaggio profondamente pacifista, che però si scontra con una frase dello stesso Bhole Baba: «La teoria della non violenza ha rovinato la mente e il coraggio delle persone. Combattete per la verità, combattete per il male e il crimine che regnano dappertutto ai nostri giorni perché non devono più essere tollerati». Come la mettiamo? «Quando Babaji invita a combattere, non si riferisce alla lotta tra individui, ma alla lotta contro sé stessi. Ognuno di noi è chiamato a combattere dentro di sé, per vincere l’ignoranza, attraverso la meditazione e il lavoro», spiega il presidente della fondazione. Bohle Baba, inoltre, è contro le caste, istituzione della società indiana, e vieta l’uso delle droghe, che allontanano la mente dalla verità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Prima di lasciare la comunità Ashram vogliamo toglierci un’ultima curiosità: questa “fine del mondo”, allora? «Una diceria che girava da tanto – tiene a precisare Russo - e su cui qualcuno ha voluto fare speculazione. In più, il 21 dicembre del 2012, avevamo invitato come ospite un docente americano di estetica, il professor José Argueles, che è venuto a offrirci la sua interpretazione del calendario Maja. Lì, come in altre religioni, quando si parla di “fine”, si intende la chiusura di un ciclo, non la fine totale. Per i Maja, una nuova era sarebbe cominciata a partire dal 21 dicembre 2012».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per i seguaci di Bhole Baba, i cicli si chiudono e si aprono continuamente, come avviene per le incarnazioni. A proposito: c’è chi dice che Babaji si sarebbe già incarnato. Oggi è ancora un bambino, ma dovrebbe manifestarsi ai devoti quando avrà raggiunto i 14 anni. Non ci resta quindi che aspettare una nuova “rivelazione”, sempre che non segua le orme della leggenda dei Maya.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Foto di: Sara Positano.
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