L'Eataly barese? Sarebbe più giusto chiamarlo EatPiemonte
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mercoledì 9 ottobre 2013
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di Marco Montrone
L’obiettivo, la “filosofia” che Eataly si pone è (si legge sul sito internet dell’azienda) quella di “provare a percorrere una nuova via nel sistema della distribuzione alimentare e della commercializzazione dei migliori prodotti artigianali, ispirandosi a parole chiave quali sostenibilità, responsabilità e condivisione”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il tutto mettendo al centro i prodotti italiani e locali, nel nostro caso baresi. Infatti è “Grazie Puglia, grazie Bari” il cartello che spicca all’ingresso del complesso. Passeggiando poi per i padiglioni di Eataly ci si imbatte in citazioni e proverbi baresi scritti su poster appesi ai muri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Bene, queste sono le premesse di questa catena fondata dal piemontese doc Oscar Farinetti (è di Alba, in provincia di Cuneo): di fatto un modo diverso di pensare ai prodotti alimentari, che tanto deve essere piaciuto a quegli amministratori locali che hanno destinato a Eataly ben 8.000 metri quadrati all’interno della Fiera del Levante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In realtà, nonostante la “filosofia” e le scritte, di pugliese, all’interno di Eataly, c’è ben poco. E c’è molto poco anche di prodotti provenienti dal resto delle regioni italiane, soprattutto meridionali. Ma allora cosa vende Eataly? La risposta è: prodotti piemontesi. Eataly è di fatto il punto vendita barese del marchio “Piemonte”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci credete? Andate a dare un’occhiata ai vini, ad esempio. Le “cantine” di ipermercati (commerciali) come Ipercoop e Auchan presentano decine di marche diverse di vini pugliesi. Qui invece alla Puglia è destinato solo un angolino, dove è possibile trovare giusto qualche marca (scelta?) tra le più famose e più facilmente reperibili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E invece di bottiglie di barolo ce n’è a profusione. Barolo, barbaresco, barbera: i vini piemontesi ci sono tutti e in gran quantità. Si dirà, ma il barolo è il barolo. Perché il brunello di montalcino o il taurasi, giusto per fare qualche esempio, non sono grandi vini? Però delle bottiglie toscane, venete o campane, c’è giusto l’essenziale. Di Taurasi solo una marca.
E questo avviene per tutti gli altri prodotti alimentari, dai formaggi, alla carne, all’acqua. Proprio così, all’acqua. Avviandosi verso le casse infatti, alla vostra sinistra troverete in bella vista decine di fardelli di acqua minerale. La provenienza? Mondovì, provincia di Cuneo. Ma scusate: cosa avrà di speciale l’acqua piemontese, raccolta da fonti che distano da Bari più di mille chilometri? Non si era detto che è sempre meglio comprare prodotti “a km 0” (ovvero fatti vicini a noi), soprattutto l’acqua?
Non è sempre stata questa una delle raccomandazioni di Slow Food, l’associazione di Carlo Petrini che è “garante della coerenza di strategia” di Eataly? Sì, d’altronde però, anche Slow Food è piemontese: di Bra, sempre in provincia di Cuneo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In definitiva, Eataly è comunque un bella realtà, la qualità c’è e viene rispettata. Ma sembra un po’ esagerato parlare di “filosofia” e “obbiettivi”. Si tratta solo di un grande negozio, che avrà come tutti i negozi del mondo fatto accordi commerciali con determinate aziende alimentari, soprattutto piemontesi.
Qui non troverete prodotti di nicchia, di grande qualità, fatti da piccole aziende difficilmente reperibili nelle catene della grande distribuzione. I loghi presenti sono quelli famosi e quando c’è qualcosa di diverso state tranquilli che arriva dalla regione di Cavour e Agnelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In fondo basta solo dirlo e magari cambiare nome a questa catena. Perché non chiamarla EatPiemonte? O EatCuneo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Penelope - Il Piemonte è pur sempre Italia e comunque sia poteva anche essere una iniziativa o catena estera ad occupare quel luogo purché la struttura non resti in parte operativa solo per la Fiera del Levante (sempre più ridotta) o per altre piccole fiere che si tengono durante l'anno!
- giuliano - a vista potrebbe sembrare così, ma dalle referenze totali, (basta informarsi un po') si scopre che i prodotti piemontesi sono circa il 30% sul totale. Troppi? non saprei... quelli pugliesi? indovinate un po'..?
- Michele - Dici bene Giuliano "a vista potrebbe sembrare così". Ma alla fine ciò che conta nel commercio non è solo quello che si vede (bene), così da essere venduto (bene)?
- giuliano - "Qui non troverete prodotti di nicchia, di grande qualità, fatti da piccole aziende" ma sicuri di quel che scriviamo??
- BARINEDITA - Ma abbiamo anche aggiunto: "e quando c’è qualcosa di diverso state tranquilli che arriva dalla regione di Cavour e Agnelli.". Quindi ci sono le piccole aziende, ma sono piemontesi.
- giuliano - Mah. I produttori totali sono circa 1000, i pugliesi coinvolti sono circa 200, di cui 70 fissi. Dei 17 presidi SF locali, quasi tutti sono presenti. Quindi mi dite che le piccole aziende sono solo piemontesi?? Che non ci sono prodotti (locali) di GRANDE qualità e se presenti, sono piemontesi? Ma dai per favore, non fatemi fare l'elenco. bye
- Paolo - Ad essere sincero questo articolo mi sembra scritto solo per il gusto di criticare e fare una polemica, a mio avviso, abbastanza sterile. Contro chi? Direi che la frase evidenziata in blu nell'articolo risponde a questa domanda. D'altra parte non sojo a conoscenza di altre aziende che si siano proposte di sfruttare quegli 8000 metri in modo alternativo. E poi Sono stato da eataly e non mi e' sembrato che ci siano solo prodotti piemontesi o prodotti ' non di nicchia per quanto riguarda le altre regioni. Magari mi sbaglio.
- Giorgio - A me invece sembra che il senso dell'articolo stia tutto in questa frase: In definitiva, Eataly è comunque un bella realtà, la qualità c’è e viene rispettata. Ma sembra un po’ esagerato parlare di “filosofia” e “obbiettivi”. Si tratta solo di un grande negozio, che avrà come tutti i negozi del mondo fatto accordi commerciali con determinate aziende alimentari, soprattutto piemontesi.
- giuliano - "aziende alimentari, soprattutto piemontesi.." si denota una scarsa conoscenza di ciò che si scrive: eataly non è una onlus, e le aziende alimentari piemontesi sono di proprietà ( o partecipate) di eataly.. Lurisia, Borgogno, Fontanafredda, Agrilanga, Brandini...bla, bla. Erano ottime aziende prima e lo sono adesso sotto la guida di farinetti.