Bari, Sup e Kitesurf sulla spiaggia: sembra la California ma è Pane e Pomodoro
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mercoledì 25 maggio 2016
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di Marianna Colasanto
Il kitesurf - È un giovedi soleggiato di primavera quando arriviamo sulla spiaggia di Pane e Pomodoro, sulla quale sono adagiati due grandi aquiloni gonfiabili a forma di semicerchio, uno bianco e nero, l’altro arancione. Servono per praticare il kitesurf, uno sport che consiste nel farsi trainare sull’acqua dagli aquiloni (“kite” in inglese) sfruttando la forza del vento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sul mare si plana con una tavola fissata ai piedi, mentre una specie di “pannolone” detto trapezio collega il corpo al kite (detto anche “ala”), che viene manovrato attraverso dei cavi sottili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In spiaggia tira un forte vento, saranno circa trenta nodi: è una buona giornata quindi per il kitesurf. In mare ci sono due sportivi che planano velocemente con il vento che gonfia l’ala e la tavola che cavalca le onde, a volte alzandosi di poco sopra il livello del mare. Certo, niente che assomigli a ciò che riescono a fare i professionisti, che aiutati anche da luoghi dove le onde sono ben più alte, riescono letteralmente a “volare”, lasciandosi andare grazie all’aquilone a adrenaliniche evoluzioni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Oggi il vento è abbastanza buono, ci possiamo comunque divertire», afferma entusiasta il 33 enne Giacomo. Lui indossa una muta nera e in una mano regge i comandi del kite e nell’altra la tavola. «Pratico il kite da cinque anni – racconta -. Per andare sulla tavola bisogna conoscere il vento e soprattutto “sentirlo”: solo così si riesce a manovrare al meglio l’aquilone».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Avviciniamo il 41enne Davide, appassionato barese che assieme a una ventina di veterani pratica questo sport da quindici anni. «Pane e pomodoro è perfetta per il kite in bassa stagione, quando non è popolata da tanti bagnanti – ci spiega -. Anche perché a differenza di Torre Quetta ha il fondale sabbioso: in questo modo non si rischia di farsi male se si cade».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non la pensa nello stesso modo un altro kitesurfista, il 38enne Andrea. «Vengo a Pane e Pomodoro da tre anni a questa parte, ma non la ritengo proprio il massimo – afferma -. Qui c’è poco bagnasciuga per potersi prepararsi agevolmente con il kite e inoltre in mare ci sono i frangiflutti, che limitano gli spazi di manovra. Per questo sport ci vuole al contario molto spazio, sia in lunghezza sia larghezza».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il Sup - Se è il vento il maggior propulsore per il kite, al contrario per il più tranquillo “Sup” è meglio che il mare non sia troppo agitato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui il “gioco” consiste nel “navigare” in piedi su una tavola (rigida o gonfiabile) legata alla caviglia da un laccio, che viene guidata da una pagaia (paddle). Si rema in modo costante, alternando cioè la pagaiata da una parte e dall’altra della tavola e cambiando continuativamente le braccia con cui la si afferra. Si tratta di uno sport semplice da imparare ma richiede molta forza nelle braccia, velocità nel manovrare il remo e senso dell’equilibrio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Approfittando di un sabato senza maestrale, raggiungiamo gli sportivi dello “Stand Up Paddle” a Pane e Pomodoro: si tratta di un gruppo di sei persone che incontriamo mentre si stanno preparando ad entrare in acqua.
Avviciniamo il 27enne Nunzio, che da un anno a questa parte con un gruppo di amici ha fondato l’associazione “Sup on the beach” che ha come scopo quella di coinvolgere i baresi facendo loro conoscere questo sport. «Ogni week end siamo circa una ventina a ritrovarci qui a Pane e Pomodoro – ci dice -. E non ci limitiamo solo a far provare e insegnare gratuitamente il Sup, ma cerchiamo di creare momenti di aggregazione durante i quali discutere di argomenti che abbiano come filo conduttore l’amore per il mare, come ad esempio nel caso del referendum sulle trivelle».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Davanti a noi i ragazzi dell’associazione chiedono ai bagnanti di provare le tavole. Un invito subito colto da alcuni bambini che si lanciano in acqua con in mano le pagaie (vedi video). «Il Sup – spiega a tutti il 33enne Davide - è uno sport semplice e bello che ti permette di stare a contatto con il mare per molto tempo e allo stesso tempo fa lavorare tutto il corpo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E la “spiaggia dei baresi” si presta bene per il Sup? «Certo – risponde un altro membro dell’associazione, il 28enne barese Nico - . E’ l’ideale perché è l’unico punto costiero di Bari con il fondale basso e in sabbia. Certo, l’acqua non è pulitissima e spesso ci capita di trovare e raccogliere rifiuti, mozziconi di sigarette e assorbenti. Però volete mettere la bellezza di stare in mare ammirando lo skyline di Bari? Ti sembra di vivere in una cartolina».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Gianni de Bartolo) Sup e Kitesurf praticati a Pane e Pomodoro:
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Marianna Colasanto
Marianna Colasanto