Polignano, dalle maioliche del 500 ai documenti di Hitler: è il museo-bazar di Franco
Letto: 12300 volte
venerdì 27 gennaio 2017
Letto: 12300 volte
di Ilaria Palumbo
Parliamo di migliaia e migliaia di oggetti che Franco ha raccolto minuziosamente nel corso degli ultimi quarant’anni, spinto dall’amore verso la storia. «Li ho “sottratti” a coloro che li tenevano chiusi negli armadi o comprati da chi non ne capiva il valore», sottolinea l’uomo, che raggiungiamo nel suo “negozio” principale, sito in via Narciso, a pochi metri da Grotta Palazzese. (Vedi foto galleria)
Quando entriamo nel locale siamo pervasi dall’odore dei vecchi libri e ci ritroviamo letteralmente circondati da colorati oggetti dalle forme più diverse, sistemati in ogni angolo, per terra, su mensole e mobili. Per muoverci dobbiamo fare molta attenzione a dove mettiamo i piedi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ho iniziato collezionando cartoline e monete – racconta il 73enne -. Le compravo girando mercatini e fiere e partecipando ad aste. Ma poi il mio interesse si è allargato e ho cominciato a raccogliere tutto ciò che mi piaceva e che via via accumulavo in casa, fino a quando lo spazio non è più bastato e una trentina d’anni fa ho dovuto cercare dei locali da affittare. Per rientrare nelle spese qualcosa ho dovuta vederla e ancora oggi sono disposto a privarmi di qualche oggetto, ma di certo non degli articoli più preziosi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In questi locali di Polignano Franco ha sistemato il suo tesoro, che mostra quotidianamente ai passanti incuriositi. Raccolta che anno dopo anno si è fatta sempre più grande, arricchita da pezzi unici e introvabili. «Grazie anche al mio lavoro di restauratore – spiega - sono riuscito a entrare nei palazzi di importanti signori aristocratici, come i conti e i marchesi di Polignano e San Vito, che in cambio del mio aiuto mi hanno regalato pezzi importanti delle proprie collezioni private».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ impossibile riuscire a elencare tutto ciò che si trova nel suo museo-bazar. Si va da foto di donne nude risalenti agli anni 20 ad antiche lampade dalle forme più diverse, da un’acquasantiera del valore di ben 5000 euro a giocattoli degli inizi del 900 piccoli e funzionanti. E poi orologi da taschino, antiche edizioni di libri, dischi in vinile, telefoni a cornetta, radio d’epoca, colorate oliere e profumiere in vetro (piene di essenze) appartenute alle nobili pugliesi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La nostra meraviglia cresce quando l’antiquario ci mostra un documento tedesco del 1940 firmato personalmente da Hitler, in una foto ritratto insieme a Mussolini, e una lettera del 1879 scritta da Garibaldi con mano tremante negli ultimi suoi anni di vita. Vere e proprie perle da far invidia a qualunque collezionista.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ma i pezzi più rari della mia collezione – prosegue Franco - sono gli scatti originali del più prestigioso fotografo barese del primo Novecento: Enrico Bambocci». Fra queste fotografie della “Bari che fu” spiccano una del Teatro Petruzzelli e un’altra di corso Vittorio Emanuele, entrambe del 1904. L’antiquario ci mostra anche uno scatto del 1919 che immortala Gabriele D’Annunzio a Gioia del Colle e i manifesti originali del famoso illustratore Gino Boccasile.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ciò però di cui vado più orgoglioso - ci confessa Franco - è un set di bellissime e introvabili maioliche che vanno dal 500 al 700, tutte decorate finemente. Sono riuscito ad ottenerle solo dopo la morte del suo proprietario: non voleva assolutamente venderle».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vero che accanto ad oggetti costosi e ricercati se ne trovano anche di più modesti e se vogliamo un po’ “kitsch”, come ad esempio un manichino in gesso raffigurante un uomo in cravatta o un’inusuale composizione di bambole associate a crocifissi. E ancora: bambole con le teste rasate disposte accanto ad accigliati burattini ed ex voto in argento raffiguranti arti del corpo donati a San Nicola per chiedere una grazia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nonostante la confusione però l’aria che si respira è unica e “nostalgica”: la sensazione è quella di ritrovarsi in un punto indeterminato del passato, soprattutto quando l’antiquario mette su una musica della “Bella Époque” che diffonde attraverso un grammofono egiziano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Chissà cosa ne sarà della mia collezione quando morirò – conclude inaspettatamente rattristato Franco -. I miei figli non sono interessati a mantenerla e anzi mi stanno spingendo da tempo a vendere tutto. Spero tanto che loro conservino almeno una parte di ciò che ho raccolto. Perché qui dentro ci sono io: la mia vita, le mie passioni, i miei sacrifici».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Eva Katia L'Abbate - La ringrazio infinitamente x qst splendido articolo su mio padre e il suo 'mondo antico' <3
- Nicola - Premesso che il bello del collezionismo è che ognuno è libero di collezionare quel che gli pare e che lo appaga, in quel negozietto scorgo tante cianfrusaglie e poca roba realmente degna di interesse (giro mercatini da vent'anni)
- Gianni L'Abbate - Visitare quel negoziato è letteralmente un tuffo nel passato! Fa piacere sapere che mio zio Franco ne sia l'artefice. Gianni L'Abbate Firenze