Inchiesta: qual è lo sport migliore e più completo? Analizziamo la ''corsa veloce''
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mercoledì 10 luglio 2013
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di Barinedita
Abbiamo deciso di approfondire l’argomento, chiedendo un parere ai nostri esperti Riccardo Guglielmi (medico sportivo), Daniela Marrocco (mental coach), Serena Pompilio (docente di fitness), che hanno valutato ogni disciplina sportiva dal punto di vista dei risultati in termini di benessere fisico, benessere mentale e sviluppo muscolare e motorio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Abbiamo cominciato dalla corsa veloce, la disciplina madre dell’atletica leggera, per poi continuare con la corsa di resistenza.
ATLETICA LEGGERA: VELOCITA’
Benessere fisico. Voto: 9. Risponde Riccardo Guglielmi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nella corsa veloce è predominante lo sforzo anaerobico dei muscoli. Sul piano metabolico la velocità impegna la catena respiratoria dei mitocondri, organuli del citoplasma cellulare che smaltiscono l’acido lattico prodotto del metabolismo degli zuccheri e producono l’ATP, la benzina necessaria per tutte le attività dell'organismo. La corsa veloce incrementa naturalmente l'ormone della crescita: aumenta la massa muscolare, regala flessibilità ai tessuti, rinforza il sistema immunitario, favorisce la perdita di peso ridistribuendo il grasso corporeo. Anche il livello di testosterone aumenta con aspetti positivi sulla funzione sessuale. Il sistema cardiovascolare viene rinforzato grazie a rapide sessioni di corsa veloce e ad elevata intensità seguite da lunghi periodi di recupero. Con delle ripetute brevi ma intense, si rinforzano anche i muscoli dell'apparato scheletrico e il cuore, che non viene affaticato dallo stress di un allenamento lento e a lunga durata. Come adattamento cardiaco nell'atleta professionista, si sviluppa una ipertrofia concentrica delle pareti cardiache, a differenza della dilatazione tipica dei maratoneti. Questo produce un aumento della gittata sistolica e della contrattilità cardiaca. Un buon allenamento sull'apparato respiratorio produrrà una riduzione relativa del numero degli atti respiratori, ma un maggiore aumento della capacità respiratoria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Benessere mentale. Voto: 6. Risponde Daniela Marrocco.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Allenarsi in velocità di corsa piana impone un livello di concentrazione molto elevato: il sistema nervoso è sottoposto a un fortissimo stress. Si tratta di una disciplina dove lo sforzo dell’allenamento si estrinseca in pochissimi secondi: c’è una grande esplosione di energia in pochi istanti. Pertanto, psicologicamente, è necessario avere massima concentrazione e massimo controllo per correre al meglio. La capacità di mantenere ferma l’attenzione è fondamentale, così la tensione muscolare. Per ottenere il massimo, l’atleta deve potere essere focalizzato sull’obiettivo finale (il traguardo), monitorando il livello di tensione interna. Metaforicamente, è come la corda di un arco: tesa abbastanza per scoccare la freccia, ma non così tanto da rischiare che si possa rompere. Al tempo stesso, un rilascio della tensione può provocare un eccessivo rilassamento che porta a una performance meno buona. La difficoltà maggiore per l’atleta, pertanto, è di concentrarsi sul suo percorso e sulla sua prestazione, senza eccessiva attenzione agli avversari. L’atleta deve essere allenato a prestare attenzione percettivamente a ciò che accade dentro di lui, senza lasciarsi distrarre da un livello di pensiero razionale: i pensieri e le paure possono inficiare la gara. Per favorire un’ottima prestazione in questa disciplina è fondamentale un allenamento mentale che favorisca la concentrazione e l’attenzione propriocettiva.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sviluppo muscolare e motorio. Voto: 9. Risponde Serena Pompilio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il fisico del velocista è il migliore che si possa desiderare: muscoli definiti e allungati che danno armonia al corpo. Tutta la muscolatura, anteriore e posteriore viene utilizzata e porta all’aumento del volume del muscolo che lavora intensamente per vincere resistenze, diventa più grosso (ipertrofia) e aumenta la sua forza. In più c’è un cambiamento della lunghezza del muscolo stesso. Nella corsa veloce il muscolo lavora accorciandosi ed allungandosi al massimo mantenendo la sua lunghezza naturale, ma il suo "ventre" si allunga, realizzando una forma affusolata ed elegante. Un velocista inoltre guadagna massa muscolare e perde il grasso corporeo in eccesso, migliorando così l’estetica di tutto il corpo. L’atleta può vantare anche una definizione estrema dell’addome, delle spalle e delle braccia. Di contro però il velocista non ha un alto grado di mobilità articolare (flessibilità): la capacità di ampiezza articolare che protegge dagli infortuni. Addirittura la pratica continua dello stretching ne comprometterebbe la prestazione. E’ naturale che ci debba essere una componente genetica insieme alla predisposizione fisica: chi corre si distingue sia per la notevole lunghezza delle gambe sia per l'elevato numero di passi effettuati al secondo. E’ una disciplina che si può iniziare tra gli 11 e i 15 anni, età giusta per non compromettere le strutture fisiche future del corpo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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