Locali e negozi storici, ne rimangono 6: è la Bari che non vuole scomparire
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martedì 23 giugno 2015
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di Alessia Schiavone
Una tradizione questa, a cui sembra sfuggire Bari. Nel capoluogo pugliese infatti i locali antichi si contano sulle dita di una mano, nonostante la città abbia avuto da sempre una chiara vocazione commerciale. Insomma a Bari nel corso degli anni hanno aperto i battenti migliaia di negozi, ma solo in pochi hanno resistito nel tempo. Da quanto ci risulta (anche confrontandoci con i dati in possesso della Camera di Commercio), i locali ancora attivi aperti tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 sono solo 6.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo andati quindi a fare visita a questi sopravvissuti “centenari” (abbiamo considerato i negozi attivi almeno dal 1930): la pasticceria Stoppani, il negozio di intimo Cima, la bottega di dolciumi Marnarid, il panificio Fiore, l'osteria Paglionico e quella Delle Travi il Buco (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Decidiamo di iniziare dal locale più antico di tutti: la pasticceria Stoppani. Ubicata in via Roberto da Bari è nata nel lontano 1860 a opera di pasticceri svizzeri. Elegante e alla moda, nei primi anni del 900 era il principale luogo di ritrovo per i giocatori di scacchi del capoluogo. Oggi invece è quasi un "museo" che custodisce gelosamente i propri pezzi di antiquariato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli oggetti in ceramica, i barattoli di marmellata alla frutta, i dolci artigianali, le confezioni di biscotti e cioccolatini sembrano aver allestito in vetrina una colazione d'altri tempi. Incuriositi, entriamo per conoscere qualcosa in più sulla storia di questo bar in bianco e nero. Ad accoglierci però un categorico rifiuto: l’anziano proprietario non vuole saperne di parlare. Ci suggerisce piuttosto di dare un'occhiata su internet e in assenza di un'alternativa, seguiamo il consiglio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sul web leggiamo che l'ultracentenaria pasticceria barese è stata riconosciuta dall'associazione dei locali storici d'Italia e scopriamo che tra i suoi ospiti più illustri ci sono stati il kaiser Guglielmo II, re Vittorio Emanuele III, il generale Badoglio e il filosofo Benedetto Croce. Con un pizzico di amaro in bocca, ci allontaniamo da quella piccola realtà quasi imbalsamata e ci lasciamo alle spalle l'insegna verticale a caratteri cubitali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Percorriamo pochi metri e raggiungiamo via Sparano. Nei pressi di piazza Umberto resiste ancora uno storico negozio di abbigliamento: la Società Anonima Cima, che dal 1928 si occupa di vendere ai baresi capi d’intimo (e ultimamente anche costumi da bagno). «La Società Anonima era una società per azioni che aveva sede a Torino – ci spiega il 50enne Carlo Carli, proprietario del negozio -. Mio nonno nel 1928 fu mandato ad aprire una filiale a Bari e quando la casa madre chiuse, le diverse filiali sparse per l'Italia divennero delle attività commerciali autonome. Tra quelle oggi sopravvissute ci siamo solo noi e forse ce n'è solo un'altra a Venezia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
A differenza di Stoppani, Cima è decisamente al passo con le tendenze. Lo testimoniano le vetrine luminose con costumi da bagno all'ultimo grido e lo spazio interno decisamente modernizzato. Di antico rimane solo l'insegna con il nome, che nonostante gli anni conserva tutta la sua eleganza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dal quartiere murattiano ci spostiamo a questo punto a Bari Vecchia. All'ombra della Cattedrale, in piazza dell'Odegitria, brilla l'antica bottega di dolciumi Marnarid con l’inconfondibile insegna gigante incorniciata da un tubo luminoso. Il negozio, fondato nel 1865 da Donato Bitetto, si chiama così in onore del figlio del primo proprietario. Il ragazzo infatti divenuto comandante della Marina iniziò a imbarcarsi periodicamente e al ritorno a Bari ad accoglierlo in negozio c'erano ogni volta i vicini che in coro dicevano: "È arrivato u marnarid" (in dialetto barese “il piccolo marinaio”).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Il locale in effetti originariamente si chiamava Bitetto: siamo stati noi a voler dare questo nuovo nome per ricordare questo aneddoto e mantenere salde le tradizioni- racconta il 60enne Vito, uno degli attuali proprietari -. Mio padre Minguccio abitava proprio qui di fronte e sin dall'età di cinque anni, negli anni 30, passava le sue giornate in bottega. La famiglia Bitetto si affezionò talmente tanto a lui che nel 1972, anziché chiudere l'attività decise di cederla a mio padre e ai suoi dieci figli».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oggi a gestire la bottega è dunque la famiglia Sifanno che sembra aver conservato intatto lo spirito dei primi anni. Nel retro ci sono ancora i vecchi scaffali di legno dall'aria stanca ma ancora disposti a ospitare i variegati prodotti. In deposito addirittura sono conservate le pentole di rame rosso con cui si confezionavano i confetti, un particolare che da sempre caratterizza il Marnarid. All'interno, nonostante lo spazio non sia molto grande, è tantissima la gente che aspetta al bancone il proprio turno per comprare leccornie di ogni genere, dalle cioccolate ai biscotti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Dalla Cattedrale ci spostiamo verso la Basilica di San Nicola, alle cui spalle, in strada Palazzo di Città, troviamo quello è sicuramente il forno più famoso di Bari, casa della focaccia barese: il Panificio Fiore. «È nato nel 1930 con mio nonno Giuseppe, che poi ha passato il testimone a mio padre Domenico», spiega il 40enne Antonio, che oggi si occupa del locale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Le nicchie, i capitelli e le colonne medievali ci ricordano che la struttura è quella di una chiesa bizantina, risalente al 1208. Sotto il locale c'è addirittura una cripta, scoperta per caso durante dei lavori. Su alcune pareti i riconoscimenti e le foto d'epoca testimoniano con orgoglio la lunga storia del panificio che, come afferma il proprietario, «durante il periodo della guerra preparava il pane per i soldati». Non mancano nemmeno le figure e le statuette di santi su pareti e banconi: chissà, sarà stata proprio l'aurea di sacralità che avvolge questo posto ad avergli donato l'elisir di lunga vita.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
È ora la volta delle osterie storiche del capoluogo pugliese. In via Vallisa, uno dei vicoletti che porta a piazza del Ferrarese, vive da più di cento anni l'antica Osteria Paglionico, fondata nel 1870. «Inizialmente al bancone si vendeva solo vino sfuso: gli unici piatti erano le “brasciole” di cavallo e la frittura», sottolinea il 50enne Nico, uno dei proprietari. Del resto ancora oggi chi entra in questa trattoria calpestando il pavimento fatto di "chianche", non lo fa di certo per assaggiare piatti innovativi. Qui il menu propone la tradizionale cucina barese: dalle orecchiette a riso patate e cozze, dal polpo agli “sporcamuss”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche se nel tempo qualcosina è cambiata, come sottolinea Nico: «Negli anni 60 le tovaglie erano le pagine dei giornali, poi si è passati alla carta bianca e ora abbiamo le tovaglie colorate».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Molto simile per filosofia di ristorazione è l'Osteria delle Travi il buco, che sorge sempre nel centro storico, nei pressi di Largo Chiurlia, in via Tresca Vecchia. La struttura risale al 1813, mentre l’attività commerciale invece nasce nel 1906 con la famiglia Minunno che la cedette poi nel dopoguerra alla famiglia D'Alessandro. «Mio zio Giuseppe lasciò infine l'attività a me nel 1996 - afferma il 60enne Giuseppe De Mastro, l'attuale proprietario-. L’insegna è quella che lui stesso aveva apposto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Giuseppe ci guida all'esplorazione del locale, spiegandoci passo per passo i suoi elementi caratteristici. Le volte e i tavoli di legno ricordano la fisionomia tipica delle vecchie osterie. Su una delle pareti è disegnato un asso di bastoni risalente proprio ai primi anni, anche se alcuni pezzi di colore si sono arresi al tempo e sono venuti via. Si trattava di un segno di riconoscimento per i viandanti che erano soliti trascorrere le loro serate giocando a carte e bevendo vino.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un piccolo quadro con una fotografia in bianco e nero attira la nostra attenzione: ritrae piazza Chiurlia gremita di gente durante il mercato ortofrutticolo di Santa Barbara. Alle estremità le vecchie botteghe che, una accanto all'altra, circondavano la piazza. Di tutti quei negozi solo l’osteria è ancora in piedi, ultimo baluardo di una Bari che non vuole scomparire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Alessia Schiavone
Alessia Schiavone
I commenti
- Galia G. Verhoeven - Bellissimo articolo è molto ben scritto!! Aspettiamo molti altri così nel futuro di questo giornale!!
- Daniela - E' sempre un piacere leggere ed approfondire la storia di Bari anche con la pubblicazione di foto inedite. Sono contenta che ci sia finalmente qualcuno che se ne occupi. Riguardo a questo articolo desidero segnalare un vecchio negozio di barbiere, all'inizio di via Dalmazia (da via G.co Petroni). La porta a vetri ha un grosso maniglione e l'insegna è ancora quella di una volta.
- nicola - in piazza mercantile nel centro storico ci sono altre due attività storiche . C'è la GioielleriaPesce , attiva da più di 100 anni, e la salumeria Lucarelli.
- Calianna - Nostalgia...fortissima del passato!! L'industria ha rovinato le cose più belle e genuine che la mano d'opera sapeva creare! Amo Bari la mia città è molto spesso mi rifugio nei vicoli della città vecchia per ritrovare il profumo delle cose buone fatte con semplicità e amore...Vi assicuro è un'emozione per me...
- Francesco Alfonzo - Buon giorno, mi chiamo Francesco Alfonzo. Da pochissimo in pensione sto cercando le mie radici del 1850 e precedenti relative alla famiglia Alfonzo o Alfonso Michele o Simeone. Il mio bisnonno riporta negli atti di nascita dei suoi figli la dizione "industriante" e "negoziante" come mestiere e abitava in Bari via Le (o Delle) mura 26. Riuscite ad aiutarmi? Come si chiama ora quella strada della città vecchia? Grazie comunque. Un saluto. Francesco Alfonzo