Sfingi, zodiaci, "occhi della provvidenza": a Bari sulle tracce dei simboli massonici
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mercoledì 12 luglio 2017
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di Mariavittoria Scoditti Epicoco
In un articolo di qualche anno fa facemmo il punto sullo stato della massoneria a Bari, dove sono presenti 3 “obbedienze” e più di 20 logge. Anche se, come per il resto d’Italia, i “liberi muratori” hanno avuto il loro momento d’oro in città tra l’800 e l’inizio del 900, quando la fiorente borghesia costruiva eleganti e imponenti palazzi, inserendo al loro interno richiami all’esoterismo e alla “fratellanza”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Noi siamo andati a cercare quei simboli, ancora presenti su portoni, balconi e persino tombe: un compito non facile vista l’estrema riservatezza che ha sempre circondato questa associazione. (Vedi foto galleria)
Partiamo da via Cairoli n.84, lì dove un tempo era presente Palazzo de Grecis, l’edificio che ospitò le segrete riunioni delle logge durante il Fascismo. Con Mussolini infatti la massoneria diventò illegale e si perpetuò una vera e propria “caccia alle streghe” nei confronti dei fratelli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ora il palazzo non c’è più: è stato abbattuto e al suo posto sorge un’anonima struttura appartenente all’Inps. Di fronte però, ad angolo con via Putignani, si erge l’eclettico Palazzo Ingami-Scalvini, costruito nel 1924 dall’architetto massone Cesare Augusto Corradini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui troviamo i primi simboli, a partire dalle epigrafi in latino poste sulle facciate. Quella sul portone recita per aspera ad astra (“la via che porta alle cose alte è piena di ostacoli”), su un fianco è invece collocata la scritta faber est suae quisque fortunae (“ciascuno è artefice della propria sorte”). Entrambi i motti si possono collegare al pensiero massonico: il primo è ad esempio la frase cardine del Grande oriente dei liberi muratori italiani. Il senso è quello di lavorare duramente su di sé per arrivare alla “gnosi”, alla conoscenza, contribuendo al perfezionamento dell’umanità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulle finestre è poi dipinto lo zodiaco: non certo un caso visto che i massoni hanno da sempre gli occhi rivolti alle stelle. Sulla facciata di via Putignani scorgiamo anche il dio Hermes in pietra, anch’esso un riferimento massonico. Infine le finestre del primo piano sono adornate con un motivo geometrico piramidale (simbolo che ha una stretta attinenza con la gnosi), ai cui lati sono posti una pietra grezza e una levigata: una metafora del lavoro che un massone deve compiere su sé stesso per passare dallo stato informe a quello del libero muratore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Giungiamo ora in corso Vittorio Emanuele, dove sorge il vero fulcro massonico barese: lo straordinario e riccamente decorato Palazzo Fizzarotti, edificato nei primi anni del 900 per volere del banchiere leccese Emanuele Fizzarotti. A realizzarlo fu sempre Corradini, assieme a Ettore Bernich. Qui è tutto un richiamo all’esoterismo e non è un caso che dal 2016 una parte del palazzo sia diventata sede della Gran Loggia d’Italia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entrando una grande scala ci traghetta ai piani superiori. Mentre la percorriamo i nostri occhi navigano verso l’alto, attratti dall’azzurro dell’affresco presente sulla cupola dove sullo sfondo ceruleo risaltano i segni zodiacali dipinti di bianco. Arriviamo ora al piano nobile, il più ricco di simboli esoterici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La stanza che ci lascia sbalorditi è sicuramente il “salone del camino”. Il camino, introdotto da due colonne parallele simbolo di dualità, ricorda moltissimo la conformazione di un tempio. L’ambiente è del resto denso di simboli cari ai massoni: dalle melagrane sul soffitto, ai compassi intarsiati nelle porte, agli esagrammi dipinti sui muri.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci viene dato il permesso di fotografare tutto e quindi decidiamo di uscire, per dirigerci verso corso Cavour, lì dove ad angolo con via Zuppetta, sotto il ponte XX Settembre, si trova un particolare edificio realizzato nel 1913. Sul suo portone in legno infatti sono presenti due sculture raffiguranti le sfingi, importante emblema del “corpo del mondo”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non lontano da qui, al civico 29 di via Abbrescia, ci troviamo infine di fronte a un palazzo di inizio secolo all’apparenza abbandonato. A interessarci è un particolare dell’ingresso in ferro battuto. Sulla parte superiore è scolpito il contrassegno massonico più conosciuto: l’”occhio della Provvidenza”, ovvero un triangolo da cui partono una serie di raggi e che racchiude al suo interno l’occhio di “gadu”, il grande architetto dell’Universo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Increduli e soddisfatti della nostra scoperta, non ci resta ora che dirigerci al cimitero monumentale. Sì perché anche al camposanto tra statue, lapidi e cappelle, è facile scorgere altri rimandi al mondo massonico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Nel campo 6 ad esempio sono presenti i mausolei delle famiglie Losacco-Triggiani e Cognetti-De Martis: entrambi contraddistinti da una originale forma piramidale, chiaro richiamo alla massoneria. Perché un massone è massone anche dopo la morte, l’ultimo atto che unisce ogni fratello muratore alla “rinascita” e definitiva immortalità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Mariavittoria Scoditti Epicoco
Mariavittoria Scoditti Epicoco
I commenti
- Luciano - Articolo molto interessante che coniuga storia, arte e politica.
- Nicola LARICCHIA - Gadu non è Dio!!! O meglio, per loro è dio. Gadu ( le cui iniziali indicano il "Grande Architetto Dell'Universo") è uno dei demoni.
- Ugo - Giusto alcune precisazioni. Durante il fascismo, riunioni della massoneria si tennero anche in via Nicolò dall'Arca, a Palazzo Rizzi, dove abitava Clemente Sbisà, fratello maggiore di mio nonno e gran maestro proprio negli anni in cui la massoneria venne messa fuori legge. Non a caso, il portone era controllato a vista dai carabinieri e Clemente venne licenziato dall'ospedale in quanto massone. Peraltro, appartenendo a una delle storiche famiglie massoniche pugliesi fra Otto e Novecento, aggiungo che, oltre alla piramide dei Cognetti, al Monumentale troverà anche la tomba della mia famiglia, sovrastata da una sfinge (è accanto a quella di Araldo Di Crollalanza) nella quale riposano sia il mio trisavolo Clemente Sbisà, sia il mio bisnonno Nicola, che della Massoneria barese fu a lungo gran maestro, sia di mio nonno Ugo, anch'egli 33 e ultimo dei massoni della mia famiglia.