di Raffaella Ceci

Japigia,
BARI - Costruzioni in legno, mattoni, scarti recuperati da prodotti da riciclo, cisterne d’acqua, il tutto sistemato su un terreno incolto. E’ “Favelas softair city”, il primo campo da softair a Bari. Del softair avevamo già parlato in un precedente articolo: si tratta di un gioco che simula la guerra, con tattiche militari, esercitazioni e l’uso di armi ad aria compressa, le “Asg”, che servono per “colpire il nemico”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Finora gli appassionati baresi di questo gioco dovevano sobbarcarsi chilometri di strada per andare a sfidarsi in campi situati nei boschi, lontano dai centri abitati. Il più vicino da Bari si trova a Quasano (una frazione di Toritto), gli altri nelle zone di Monopoli, Matera, Barletta e sull’Alta Murgia.  

Ma ora il “favelas” (aperto il sabato e la domenica) permetterà ai baresi di farsi la guerra in città. Il campo, il cui nome è stato ispirato alle baraccopoli brasiliane, si trova sulla complanare della tangenziale sud di Bari, all'altezza del quartiere Japigia. (Vedi foto galleria)

«Per praticare questo sport ci sono due modi – spiega Marcello Forte, assiduo giocatore di softair -. Ci si può iscrivere ad un’associazione sportiva che ha campi privati o si va in campi permanenti e attrezzati, creati “ad hoc” per l’attività».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ogni club per praticare il softair occupa infatti dei campi, boschi con cespugli, casolari abbandonati, terreni incolti, facendo richiesta al Comune o a singoli privati. Ma per chi non è iscritto ad alcuna associazione e vuole solo provare per una volta a cimentarsi con le asg, deve per forza di cose utilizzare i pochi campi permanenti presenti in zona. E il “favelas” è uno di questi, forse l’unico da queste parti assieme al “Wood Lake Camp” di Quasano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Il terreno del campo barese è delimitato da alcune reti ed è allestito in modo semplice e con materiale riciclato, tra cui vecchie cisterne d’acqua prima utilizzate per irrigare i campetti di calcio. Niente prato qui, ma terreno incolto, dislivelli, pietre, ambiente naturale, proprio per ricreare l’ambiente di una “missione militare”. «Abbiamo fatto tutto in due mesi - dice Cosimo Ficarella, organizzatore e membro del club “One shot softair team Bari” -. Abbiamo notato questa “distesa di terra” di circa otto ettari e abbiamo deciso di rivalutarla e gestirla, facendone un campo di softair, consapevoli che a Bari e provincia questo tipo di sport incontra interesse, dal momento che ci sono una quarantina di club».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Oltre all’aspetto ludico, il softair sembra che sia di moda nelle aziende per “incentivare” i dipendenti e “fare gruppo”. «Sull’onda dell’influenza americana, si stanno diffondendo le metodologie formative del “team bulding” e dell’”outdoor training” - riferisce l'organizzatore -. Specificatamente nel primo caso si tratta di rinforzare gruppi di lavoro già esistenti, nel secondo caso di sviluppare delle competenze relazionali e manageriali. Ciò può essere raggiunto attraverso uno sport all’aperto come questo in cui uno scambio di ruoli aumenta la comprensione dell’altro, l’empatia e aiuta a raggiungere obiettivi lavorativi importanti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Per ora a “favelas” si pratica solo softair «ma in seguito - annuncia Cosimo - cercheremo di aggiungere altre attività, come il paintball, il tiro con l’arco e il tiro con la balestra».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui la pagina facebook di “Favelas softair city”


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