Bari, ecco il MovNat: allenamento estremo che simula i movimenti dell'uomo primitivo
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venerdì 27 ottobre 2017
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di Luca Carofiglio - foto Antonio Caradonna
Ideato in Francia agli inizi del 900 per l'addestramento dei militari, rimane però ancora poco conosciuto in Italia e soprattutto al Sud. A Bari c’è solo un istruttore di MovNat: il 29enne Silvano Semisa, esperto di arti marziali, che da poco più di un anno insegna a una decina di ragazzi queste singolari tecniche di allenamento, apprese durante un corso di formazione svolto con il maestro londinese Ben Medder.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si tratta di comportamenti primordiali che esterniamo istintivamente nei nostri primi anni di vita, per poi perderli inevitabilmente in età adulta – ci spiega Silvano -. Attraverso il MovNat noi cerchiamo di "ripescarli" e riproporli. Il fine? Raggiungere evidenti benefici motori e acquisire tecniche che ci possano permettere di affrontare eventuali situazioni di pericolo nella vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per toccare con mano il mondo del MovNat abbiamo prima seguito una lezione di Silvano nella Foresta di Mercadante e poi una sua sessione solitaria negli spazi del Parco 2 Giugno. (Vedi foto galleria)
Giunti nel bosco facciamo conoscenza con quattro dei suoi allievi più esperti, tutti giovani attorno ai 30 anni: Gabriella, Giuliana, Niky e Tiziano. La prima cosa che gli sportivi fanno è quella di togliersi le scarpe e camminare scalzi su rametti, foglie e pietre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Scoprirsi il più possibile per entrare in contatto con la natura è alla base della nostra preparazione - evidenzia Tiziano -. Si potrebbe pensare che proviamo dolore nell'avanzare a piedi nudi, ma calibrare di volta in volta la pressione con cui schiacciare i sassi è un ottimo antistress».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci fermiamo su un pezzo di terreno completamente coperto da ciottoli: è qui che comincia il riscaldamento. I cinque si dispongono in cerchio distendendosi completamente a pancia in su, con i due maschi che nel frattempo si sono tolti la maglietta e hanno dunque la schiena poggiata sulla nuda terra.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parte quindi lo stretching e si dà il via al primo esercizio: l'esecuzione delle cosiddette "cadute". Si tratta di una via di mezzo tra la capovolta in avanti della ginnastica artistica e gli atterraggi tipici del parkour, disciplina nata anch'essa in Francia e consiste nel concludere un percorso superando ostacoli urbani e naturali con il minimo sforzo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Sono movimenti naturalissimi: lo dico da fisioterapista - sottolinea Giuliana -. Aiutano a "conoscere" meglio il proprio corpo e a evitare una lunga serie di patologie che riguardano muscoli e articolazioni. Paradossalmente se tutti praticassero il MovNat avrei molto meno lavoro da svolgere».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi è la volta della camminata da quadrupede. Gli atleti si posizionano uno a fianco all'altro e a turno avanzano in maniera "felina" sul terreno con dei pesi sulle spalle, aiutandosi con piedi e mani.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Silvano poi ci mostra una pratica ben più spettacolare. L'istruttore sale infatti su un tronco abbattuto lì vicino e impiega qualche secondo per raggiungere l'equilibrio: poi replica sul ceppo la passeggiata a quattro zampe con sorprendente agilità. Tiziano e Giuliana lo seguono a ruota, sfoderando la sua stessa bravura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gli sportivi in seguito "prendono di mira" una staccionata piazzata nei paraggi. Semisa vi si aggrappa tenendosi forte con tutti gli arti, rimanendo dunque sospeso da terra e con una resistenza invidiabile fa scorrere pian piano il proprio corpo sul supporto. È questo l'"hook traversa", esercizio il cui nome inglese deriva dalla posizione a uncino che assumono le ginocchia. Sulla palizzata ci sono anche Niky e Tiziano che tentano di spostarsi mantenendo il più possibile la stabilità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Salutiamo a questo punto gli allievi e ci diamo appuntamento con Silvano il giorno seguente per assistere a un'altra dimostrazione, questa volta nel Parco 2 Giugno (Vedi video)
Il maestro è di nuovo rigorosamente a piedi nudi, resi callosi per via del tanto allenamento. Lo troviamo mentre sta eseguendo una notevole "verticale", restando per un bel po' a testa in giù.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi si sposta su un albero, dove si esibisce in alcuni gesti più suggestivi. Con un salto, tecnicamente chiamato “swing up”, si aggancia rapidamente su un ramo effettuando poi una “side swing”, cioè una oscillazione, fino a rimanere sospeso con il busto e le gambe in modo da formare un angolo di 90 gradi. E come se non bastasse, successivamente si arrampica su un ramo più robusto, realizzando un altro "hook traversa".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poi sceso dalla pianta attutendo il corpo con una delle sue "cadute", ci dà prova di uno spostamento che, a suo dire, è uno dei più stancanti. Si tratta della “lizard work”, l'andatura della lucertola, effettuata mantenendosi sulle gambe e su un solo braccio in flessione, avanzando di mano in mano con un movimento sinuoso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Natura ed sport sono un connubio perfetto - conclude Silvano dopo aver ripreso fiato – ed essere in forma ti permette di reagire prontamente a delle emergenze. Ad esempio quest’estate ero in Grecia assieme alla mia ragazza, quando a un certo punto siamo precipitati in un dirupo a bordo del nostro quad. Ebbene, grazie a una delle mie "cadute" sono riuscito ad atterrare senza farmi male, per poi sollevare il mezzo pesante 300 chili che stava schiacciando la gamba della mia compagna. Il MovNat, insomma, può salvarti la vita».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video (di Gianni de Bartolo) l’allenamento di Silvano all’interno di Parco 2 Giugno:
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Luca Carofiglio
Luca Carofiglio
Foto di
Antonio Caradonna
Antonio Caradonna