Alte mura, arcate e cortili: le 14 masserie abbandonate in terra di Bari
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lunedì 19 maggio 2014
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di Mariangela Dicillo
Tutte queste masserie rientrano comunque sotto la tutela della Soprintendenza per i Beni Culturali, vincolate secondo la legge n. 1089 dell’1/6/1939, che impone per esse un uso compatibile con il loro carattere storico e artistico e il divieto di essere sottoposte a lavori tali da recare pregiudizio alla loro conservazione o integrità. Non possono del resto essere demolite, rimosse, modificate o restaurate senza autorizzazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E’ quindi per i privati o il Comune risulta complicato e costoso restaurarle e ridare loro nuova vita. Il risultato è l’ennesimo spreco di cultura e di bellezza che si attua davanti ai nostri occhi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ecco l’elenco e la descrizione delle masserie della terra di Bari, corredate da un’ampia galleria fotografica.
PALESE
Torre Ricchizzi – Si tratta di una “casatorre”, un edificio che si legava appunto a una torre necessaria per la difesa e gli avvistamenti. Si trova a sud di Palese Macchie e Santo Spirito. Per raggiungerla bisogna percorrere la strada provinciale 91 Bitonto - Santo Spirito e poi deviare a destra per strada Ricchizzi. Leggende e storie paurose si sviluppano intorno al complesso architettonico, la cui torre, elemento principale, emerge in bella evidenza dal profilo di quella che doveva essere l’antica corte. Prima di passare nelle mani della famiglia bitontina dei Ricchizzi, apparteneva originariamente ai sempre bitontini Calò.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
SAN PAOLO
Masseria Caffariello – É immersa nelle campagne che segnano i confini tra Bari, Modugno e Bitonto. Per arrivarci: percorrere la strada provinciale 54 Palese - Modugno deviando poi sulla viabilità di servizio per la zona industriale, immettendosi nella stradina che si trova subito sulla destra. Ad accoglierci il recinto esterno a forma di esedra e un lungo viale circondato da alti pini e dalla vegetazione spontanea. Un ampio portale ad archi in pietra conduce poi nella corte. Utilizzata come punto di riferimento in molte carte geografiche e topografiche, la masseria delimitava i confini dell’agro di Bari con quello di Bitonto. Apparteneva agli Efrem, ricchi feudatari, poi passò al celebre cantante bitontino Gaetano Maiorano detto ‘Caffariello’ e infine ai Capitaneo, una delle famiglie al seguito di Isabella Sforza che si stabilì a Modugno. Risale al XVIII secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Masseria Caggiano – È situata a nord del quartiere San Paolo. È una delle più interessanti masserie dell’agro barese, perché è giunta quasi completamente intatta ai giorni nostri. È stata frequentata continuamente a partire dal XV secolo e realizzata in diverse fasi: un nucleo più antico prima, poi la chiesetta e infine i corpi di fabbrica laterali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Masseria Prete - Un po’ sopraelevata rispetto alla strada, sembra voler segnare il confine tra la zona industriale e il quartiere San Paolo. Il modo più semplice per raggiungerla: bisogna percorrere viale Europa venendo da Bari centro. Fu costruita nel XVII secolo. Oggi è abitata da varie famiglie che, forse abusivamente, si sono suddivise una parte della struttura, lasciando il resto nelle mani poco compassionevoli del tempo che passa.
ZONA INDUSTRIALE
Masseria Madia Diana – È poco esposta, tra la zona industriale e il rione Stanic, nelle immediate vicinanze dell’ex industria alimentare Alco. La si incontra lungo la strada provinciale 1 da Bari a Modugno. Questa masseria del XIII secolo è completamente abbandonata ed accedervi risulta praticamente impossibile: non ci sono stradine percorribili, nè sentieri, solo le recinzioni della vecchia fabbrica. La vegetazione spontanea sembra sovrastare l'edificio e quasi volerlo inghiottire. I proprietari storici sono i vari componenti della famiglia Gironda. Vicino all'omonima masseria si trova uno degli ipogei più belli di Bari.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
STADIO SAN NICOLA
Masseria La Monaca - Si trova a poca distanza dall’antica strada Bari - Bitetto. Per raggiungerla bisogna seguire il corso della strada statale 271 Bari - Matera e poi deviare per la strada detta "delle monache". Oppure si può proseguire lungo la provinciale 110 Modugno - Carbonara e poi svoltare per la strada del Carmine. Era un preciso punto di riferimento per i terreni di proprietà degli ordini religiosi minori: da ciò deriva il suo nome. Il suo pregio è quello di trovarsi fra due lame: Lama Lamasinata e Lama La Marchesa. Un altro nome con cui è conosciuta è Masseria Torre Monaca, per via della presenza dell'alta torre che domina, da protagonista assoluta, la scena. Come Torre Ricchizzi, anche questa può esser definita una casatorre del XIII secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Masseria Torrebella – La si osserva un po’ più a est dell’incrocio di due strade di primaria importanza: la strada provinciale 110 Modugno - Carbonara e la via per Bitritto. La masseria, del XIV secolo, è organizzata intorno a una corte sotto la quale si estende un grande ipogeo. E’ in parte abbandonata e in parte adibita a lavori artigianali. Colpisce subito l’androne di accesso alla corte coperto da volta lunettata. Accanto alla masseria si trova un ipogeo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Masseria Alberotanza - Si trova nei pressi dello stadio San Nicola. Per arrivarci bisogna percorrere la strada provinciale 110 Modugno - Carbonara e incrociare la strada comunale Canastrelle - Tresca. L’edificio, del XII secolo, non è molto grande e la sua torre non molto alta. Ma il vero problema è che sorge tra i rifiuti di un campo rom. È anche abitato occasionalmente dalle prostitute che si aggirano nei pressi dello stadio. È di proprietà comunale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Villa Lamberti – La sua presenza è segnalata tra Parco Adria e la zona dello stadio San Nicola. La si incontra lungo il proprio cammino prendendo la 271 Bari - Matera e poi immettendosi in una stradina di campagna. L’accessibilità alla masseria, gioiellino dell’architettura del XVII secolo, è davvero ridotta: vegetazione spontanea molto rigogliosa, rovi e alcuni rifiuti rappresentano veri e propri ostacoli. Una volta superato l’arco che funge da ingresso, zigzagando un po’ per la campagna ci si trova di fronte a una struttura degna di merito. Due scalinate sulla facciata, balconcini decorati e una chiesetta che si cela dietro l’imponenza della villa. Apparteneva ai Lamberti, famiglia originaria di Bologna che si trasferì prima a Monopoli e poi fu inclusa nel patriziato barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
STANIC
Masseria di San Giorgio - É sull’antica via per Bitetto e c’è un solo modo per arrivarci: percorrere la strada comunale di San Giorgio Martire. La masseria, l’ipogeo e la chiesetta, dell'XI secolo, prendono il nome infatti proprio da questo Santo e sono a lui dedicati. Oggi la maggior parte degli ingressi sono murati e, in più, accedere agli ipogei è praticamente impossibile anche per via della vegetazione spontanea e dei rifiuti che in molti lasciano nei pressi della chiesa. Apparteneva a Nicola Scattarelli che nel 1920 la fece restaurare. La masseria è del XIII secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
QUARTIERINO
Masseria Dottula – La si scorge ai limiti del Quartierino di Bari, tra via Murgia e viale Pasteur. Leggende che riguardano fantasmi di bambini e suore assassine circolano da anni sulla masseria che si erge, maestosa, non in campagna ma in città. Possiede un bellissimo giardino che si inoltra fino al parcheggio del Policlinico. In tempi antichi, non molto se consideriamo che fu costruita solo nel XVIII secolo, la struttura ha ospitato un frantoio e questo spiega la presenza di una pressa per fare l’olio. Ma l’aspetto più caratteristico del luogo rimangono le arcate che, a sentire la gente del luogo, sono lì perché prima la masseria era un convento. Apparteneva inizialmente a Giordano Dottula, poi passò nelle mani del duca Gaetano Favia Vernazza. Oggi è del proprietario di una ditta di Taranto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
SAN PASQUALE
Villa Giustiniani - Villa Giustiniani si erge nel mezzo di via Omodeo, nella zona di Bari detta “San Marcello”. Conserva nel sottosuolo l’unico ipogeo ancora esistente in città. Utilizzato anni fa come stalla, l’edificio è oggi in abbandono, nonostante l’azione delle associazioni che cercano di preservarlo. È la più nuova delle masserie, del XIX secolo, ma gli ipogei sono di età altomedioevale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
MUNGIVACCA
Torre Reddito - É al confine tra Bari e Triggiano. Per raggiungerla occorre percorrere l'antica "Strada del Crocifisso", recuperandola nei pressi dell'Ikea. La struttura è del XVI secolo. Apparteneva a Isabella D'Aragona, duchessa di Milano e Bari, che la fece costruire per poi donarla a Enrico Tanzi, conte palatino e console generale di Milano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
VIA FANELLI
Villa Lopez - Si svela tra le campagne che, parallelamente a via Fanelli, collegano Valenzano a Bari e per arrivarci occorre imboccare da via Fanelli la strada comunale La Grava. In realtà le strutture sono due: una villa e un’edicola che ospita una madonnina. L’edicola è stata trasformata in una discoteca (il Mulata), la villa invece cade a pezzi, nonostante alcuni dettagli, come le maioliche, che la impreziosiscono. Risalgono entrambe alla fine dell’800.
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Scritto da
Mariangela Dicillo
Mariangela Dicillo
I commenti
- paola bozzani - bellissime un vero peccato