di Laura Villani

La travolgente Isabella d'Aragona, la duchessa ''nata per governare'' Bari
BARI – E’ stata la prima donna a governare Bari e a lei si devono tra l’altro la riedificazione del Fortino, la ricostruzione del Castello Svevo e l’istituzione del pubblico insegnamento in città. Parliamo di Isabella d’Aragona Sforza, duchessa di Bari dal 1501 al 1524, parente degli Este e dei Borgia, che addirittura qualcuno dice essere la misteriosa Gioconda di Leonardo da Vinci. Ma chi era questa nobile signora?

Figlia di Alfonso II e della milanese Ippolita Maria Sforza, Isabella nacque a Napoli nel 1470 e fu educata da grandi umanisti partenopei come si conveniva a una principessa. A 18 anni sposò suo cugino Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, ma arrivata in Lombardia ebbe due brutte sorprese: Gian Galeazzo era debosciato e violento e suo zio Ludovico “il Moro” governava di fatto la città al posto del marito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quando poi nel 1494 il suo consorte morì, il Moro (che si diceva lo avesse avvelenato) si fece suo erede scavalcando il figlio di Isabella, Francesco. In cambio però Ludovico concesse alla nipote il feudo di Bari, da tempo in mano agli Sforza. Così nel 1500 la giovane aragonese si diresse con le figliolette e un folto seguito di milanesi verso la Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Isabella si dimostrò una governante travolgente, energica e di polso, per qualche contemporaneo persino troppo autoritaria ma sempre in grado di destreggiarsi in campo politico, riuscendo ad appoggiare opere pubbliche, tutelare i commerci e sollecitare nel suo ducato una fervida attività artistica e culturale con un pensiero sempre rivolto anche alla protezione della città dagli attacchi turchi e spagnoli.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Appena arrivata a Bari la duchessa ordinò la ristrutturazione del palazzo della Dogana in piazza Mercantile che ancora fa mostra del suo stemma con le armi di Sforza, Visconti e Aragona sopra il portale di ingresso. Si avviarono lavori anche per il castello Normanno-Svevo, da lei praticamente rifatto per dotarlo di una cintura di bastioni che ne fece una delle opere militari più importanti in Italia. Isabella vi tenne una corte frequentata ad esempio dall’Accademia degli Incogniti, circolo di poeti che si sfidavano a colpi di versi e coi quali forse gareggiava lei stessa. (Vedi foto galleria)

Isabella riedificò il Fortino che era andato distrutto a causa dei disordini del 1463 e rifece il molo Sant’Antonio con lavori poi completati dalla figlia Bona Sforza. Fu ristrutturata anche la chiesa oggi di Sant’Anna, in strada Palazzo di Città, che fu dedicata dai suoi cortigiani al patrono di Milano come ricordato da un’iscrizione quasi invisibile al di sopra della porta: Divo Ambrosio Mediolanenses sacellum erexerunt anno Domini 1518 (“I milanesi eressero questa tempio per sant’Ambrogio nell’anno del Signore 1518”).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ma il suo più grande “cantiere” ebbe meno fortuna: la nobildonna puntava infatti a fare di Bari un’isola inattaccabile per mezzo di un grande canale artificiale navigabile che avrebbe dovuto essere solcato da vari ponti. I lavori iniziarono ma furono abbandonati alla morte di Isabella per poi essere spazzati via da un’alluvione nel 1567. Oggi ne resta solo l’ansa chiamata appunto Marisabella, più o meno all’incrocio tra via Brigata Regina e il lungomare Vittorio Veneto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Anche dal punto di vista politico Isabella non mancò di farsi valere: unificò i due ceti dominanti rivali (i nobili e il popolo primario) in un unico corpo di governo e allargò i privilegi doganali a tutti i commercianti forestieri consentendo a ben trenta aziende di stabilirsi a Bari. Frenò inoltre gli illeciti amministrativi, si adoperò perché i baresi ottenessero gratuitamente il sale dalle saline regie, sgravò dai dazi i contadini del ducato e difese i cittadini nelle controversie nate con le città vicine. Nel 1515 decretò persino la cessione di parte delle proprie entrate personali alla città di Bari per assicurarne la stabilità economica. Degna di nota fu poi l’istituzione del pubblico insegnamento con una delibera che prevedeva anche aumenti di stipendio, alloggi gratuiti e un servitore per ogni precettore pubblico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Isabella morì a Napoli nel 1524 e a succederle fu Bona Sforza, sua unica figlia arrivata all’età adulta nonché moglie del re Sigismondo I di Polonia. Con queste nozze nel 1518 la duchessa di Bari compì il suo vero capolavoro diplomatico, assicurando un trono alla sua discendenza: un risultato degno della donna che la sua biografa Jerta Cappelletti Butti ha definito “nata per governare”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


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Un ritratto di Isabella d'Aragona, duchessa di Bari dal 1501 al 1524
Appena arrivata a Bari la duchessa ordinò la ristrutturazione del palazzo della Dogana in piazza Mercantile
Lo stemma con le armi di Sforza, Visconti e Aragona sopra il portale di ingresso di Palazzo della Dogana
Grazie a Isabella si avviarono lavori anche per il castello Normanno-Svevo, da lei praticamente rifatto per dotarlo di una cintura di bastioni e di quattro poderose torri che ne fecero una delle opere militari più importanti in Italia
Fu ristrutturata anche la chiesa oggi di Sant’Anna, in strada Palazzo di Città
La chiesa fu dedicata dai suoi cortigiani al patrono di Milano come ricordato da un’iscrizione quasi invisibile al di sopra della porta: Divo Ambrosio Mediolanenses sacellum erexerunt anno Domini 1518 (“I milanesi eressero questa tempio per sant’Ambrogio nell’anno del Signore 1518”)
Ma il suo più grande “cantiere” ebbe meno fortuna: la nobildonna puntava infatti a fare di Bari un’isola inattaccabile per mezzo di un grande canale artificiale navigabile che avrebbe dovuto essere solcato da vari ponti. I lavori iniziarono ma furono abbandonati alla morte di Isabella per poi essere spazzati via da un’alluvione nel 1567. Oggi ne resta solo l’ansa chiamata appunto Marisabella, più o meno all’incrocio tra via Brigata Regina e il lungomare Vittorio Veneto



Laura Villani
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  • Arnaldo - Una interessante biografia di Isabella d' Aragona molto utile perchè contiene molte note relative allo sviluppo della città di Bari agli inizi del 1500.
  • Gigi De Santis - Complimenti per l'articolo. E' possibile sapere le fonti della ricerca perché vorrei approfondire la biografia e la storia di Bari del personaggio in questione che a noi baresi ci inorgoglisce? Gradita è la risposta.
  • giuliana gianfrancesco - la mia curiosità mi ha fatto scoprire questo lavoro su Bari la mia città sono felice di averlo fatto grazie
  • rocco - leggo sempre con piacere i vostri articoli ....grazie


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