di Luca Carofiglio - foto Antonio Caradonna

Turisti, erasmus e crocieristi: è Pane e Pomodoro, dove Bari diventa "internazionale"
BARI – Donne in topless, ragazzi dalla carnagione bianchissima, signori che parlano inglese in maniera fluente. Se vi capita di fare un giro a Pane e Pomodoro vi sembrerà di essere stati catapultati in un paese straniero. È qui infatti, nella spiaggia un tempo definita “dei baresi”, che studenti Erasmus, crocieristi e turisti giunti nel capoluogo pugliese da mezzo mondo si incontrano in estate per abbronzarsi e farsi un bagno. (Vedi foto galleria)

Perché se vero che Bari già da qualche tempo è interessata da fenomeni migratori (la città pullula infatti di ucraini, russi, nigeriani, rumeni, cinesi, albanesi, mauriziani, indiani, bengalesi), è divenuta meta di turisti solo da qualche anno. Questo grazie alle navi che fanno tappa in città, ma non solo: sono in tanti a scegliere la Puglia per i propri viaggi e c’è chi approfitta per fare un salto nel capoluogo con il desiderio di esplorare il centro storico e assaporare la cucina locale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

In molti poi tra una chiesa e un piatto di orecchiette, fanno sosta in quella che rappresenta la spiaggia più vicina al centro di Bari e uno dei pochissimi accessi al mare del centro abitato. Il tutto nonostante l'annoso problema dello scarico fognario, causa di inquinamento ogni volta che si scatena un temporale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
È mezzogiorno quando decidiamo di andarci a fare un giro a Pane e Pomodoro. La nostra meta è affollatissima: i bagnanti sono circa 400, la metà dei quali viene fuori dall'Italia. (Vedi video)
 
Subito ci imbattiamo in un gruppo di gitanti spagnoli, intenti a parcheggiare le loro mountain bike. «Siamo scesi stamattina dalla nostra nave da crociera - spiega uno di loro, il 25enne Enrique -. La sosta era "obbligata" dal tour previsto dalla compagnia, ma non ci è affatto dispiaciuto visitare Bari Vecchia in bici e poi venire qui».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Salutiamo l'allegra combriccola, avvistando a poca distanza una famiglia russa che si sta sciacquando i piedi accanto a una fontana. Sono poco propensi a scambiare due chiacchiere, ma anche loro hanno l'aria di essere dei turisti in ferie. Ben più loquace è un'altra famiglia dell'est Europa che incontriamo nei paraggi: arrivano da Vilnius, capitale della Lituania. «Siamo in vacanza - racconta Casemiras, il capofamiglia, assieme alla moglie e alla figlia -. Avevamo voglia di visitare un posto sul mare dove si mangia bene: è stato fantastico vedere le signore che preparano la pasta tra i vicoli della città vecchia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Altrettanto socievoli sono i 25enni Marcos, Klaus e Raissa, tre ingegneri in erba stesi sui rispettivi teli da mare. «Proveniamo dalla Germania e dalla Spagna - dicono i ragazzi - e ci fermeremo per tre mesi in città per uno stage al Politecnico. Speriamo di non annoiarci: onestamente ci aspettavamo un po' più di movida durante la sera». Accanto a loro c'è un gruppetto di studenti Erasmus più soddisfatti. «Bari è una città molto allegra - sottolinea la francese Sharon, una componente del "drappello” -. E poi è raro trovare un posto dove dai un esame e dieci minuti dopo sei già in spiaggia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Continuiamo la passeggiata. Tra un ombrellone e l'altro fanno capolino alcune ragazze in topless, evidentemente straniere: difficilmente infatti le baresi si “svestono in pubblico” o perlomeno se lo fanno scelgono luoghi più appartati.  Notiamo poi diversi bagnanti dalla carnagione bianchissima, cosa inusuale a queste latitudini, a luglio. C'è chi ha lo sguardo rivolto verso il telefonino, chi scatta semplicemente una foto, chi legge un libro all'ombra di un alberello.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Osserviamo anche una signora dai tratti nordici che sta comprando un paio di occhiali da un venditore ambulante di colore e una donna africana intenta ad addobbare il capo di una turista con delle treccine. Perché qui a Pane e Pomodoro avviene l’incontro tra la Bari degli immigrati e quella dei turisti.   


Passiamo accanto a un ragazzino mulatto seduto sulla sabbia, mentre da lontano, sotto un ombrellone dai colori vivaci, due donne e un bambino dalla pelle nera ci scrutano sorridenti. A poca distanza da loro c'è Aga, 27enne polacca giunta nel capoluogo assieme a un'amica con un volo low-cost. «Mi sono informata sulla città tramite Google - evidenzia la giovane  -. Non mi aspettavo di trovare chissà quali attrazioni, ma per passare tre giorni di relax e buon cibo è una meta che va benissimo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci viene poi in contro Buva, 24enne senegalese ospite di una famiglia barese nell'ambito di uno scambio interculturale. È in compagnia di due ragazze, una connazionale e l'altra italiana. «In questa spiaggia vedo più stranieri che persone del posto - chiosa il giovane -. Poco male: sto facendo un sacco di amicizie e non vedo l'ora di apprezzare le opere d'arte della Puglia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

All'ombra di una pianta ci fermiamo per parlare un attimo con una signora slovacca, alla sua seconda vacanza in città. «Qui l'acqua è molto bassa - afferma la donna -, la situazione ideale per far divertire i miei due bambini».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
 
Incrociamo infine il bagnino, italiano ma anche lui di colore. «Siamo nella zona di mare balneabile più vicina al Porto e alla Stazione centrale - sostiene Alessandro, questo il suo nome -, ecco perchè i turisti che hanno fretta di farsi il bagno vengono qua. Alcuni di loro sono parecchio “vivaci”: esagerano con gli alcolici e si gettano in acqua a capofitto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Insomma, Pane e Pomodoro sta definitivamente abdicando al titolo di "spiaggia dei baresi". Un appellativo che sarebbe più giusto attribuire al Canalone, ben più a nord, dove ruote di focaccia, Peroni e l'amato dialetto locale regnano ancora incontrastati.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)

Nel video (di Gianni de Bartolo) il nostro giro nella Pane e Pomodoro “internazionale”:


 


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L'ingresso di Pane e Pomodoro, la spiaggia di Bari più gettonata tra i turisti che popolano la città
Entriamo in questo tratto di costa "internazionale" quando sono le 12: ci sono circa 400 bagnanti, la metà dei quali viene fuori dall'Italia
Ci imbattiamo in un gruppo di gitanti spagnoli, intenti a parcheggiare le loro mountain bike. «Siamo scesi stamattina dalla nostra nave da crociera - spiega uno di loro, il 25enne Enrique -. La sosta era "obbligata" dal tour previsto dalla compagnia, ma non ci è affatto dispiaciuto visitare il centro storico in bici e poi venire qui»
Salutiamo l'allegra combriccola, avvistando a poca distanza una famiglia russa che si sta sciacquando i piedi accanto a una fontana. Sono poco propensi a scambiare due chiacchiere, ma anche loro hanno l'aria di essere dei turisti in ferie
Ben più loquace è un'altra famiglia dell'est Europa che incontriamo nei paraggi: arrivano dalla Lituania. «Siamo in vacanza - racconta Casemiras, il capofamiglia, assieme alla moglie e alla figlioletta -. Avevamo voglia di visitare un posto sul mare dove si mangia bene: è stato fantastico vedere le signore che preparano la pasta tra i vicoli della città vecchia»
Continuiamo la passeggiata. Tra un ombrellone e l'altro fanno capolino alcune donne in topless, evidentemente straniere: difficilmente infatti le baresi si “svestono in pubblico” o perlomeno se lo fanno scelgono luoghi più appartati
Notiamo poi diversi bagnanti dalla carnagione bianchissima, cosa inusuale a queste latitudini, a luglio. C'è chi ha lo sguardo rivolto verso il telefonino...
..., chi scatta semplicemente una foto...
...chi legge un libro all'ombra di un alberello
Osserviamo una signora dai tratti nordici che sta comprando un paio di occhiali da un venditore ambulante di colore...
...e una donna africana intenta ad addobbare il capo di una turista con delle treccine. Perché qui a Pane e Pomodoro avviene l’incontro tra la Bari degli immigrati e quella dei turisti
Passiamo accanto a un ragazzino mulatto seduto sulla sabbia...
...mentre da lontano, sotto un ombrellone dai colori vivaci, due donne e un bambino dalla pelle nera ci scrutano sorridenti
A poca distanza da loro c'è Aga, 27enne polacca giunta a Bari assieme a un'amica con un volo low-cost. «Mi sono informata sulla città tramite Google - evidenzia la giovane donna -. Non mi aspettavo di trovare chissà quali attrazioni, ma per passare tre giorni di relax e buon cibo è una meta che va benissimo».
Ci viene poi in contro Buva, 24enne senegalese ospite di una famiglia barese nell'ambito di uno scambio interculturale. È in compagnia di due ragazze, una connazionale e l'altra italiana. «In questa spiaggia vedo più stranieri che persone del posto», chiosa il giovane
Incrociamo infine il bagnino, italiano ma anche lui di colore
«Siamo nella zona di mare balneabile più vicina al porto e alla stazione centrale - sostiene Alessandro, questo il suo nome -, ecco perchè i turisti che hanno fretta di farsi il bagno vengono qua. Alcuni di loro sono parecchio “vivaci”: esagerano con gli alcolici e si gettano in acqua a capofitto



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