Bari, la stretta strada delle lapidi e dei "miracoli": via De Crescenzio
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venerdì 8 gennaio 2016
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di Katia Moro
Tutt’intorno incombono palazzoni e si avvicendano clacson, rombi di motori e la frenetica vita cittadina, ma in via De Crescenzio, quasi ci si fosse dimenticati della sua esistenza, persistono solo basse case antiche e colorate, vecchi cortili abbandonati e un silenzio irreale. Un silenzio che viene solo saltuariamente interrotto dal ticchettio degli scalpelli e dal rumore ovattato dall’acqua dei vecchi macchinari dei marmisti. Sì perché la caratteristica di questa strada cittadina è la presenza di botteghe di marmisti che si susseguono l’uno a fianco all’altro. Artigiani cresciuti sotto l’egida del cimitero barese e specializzatisi quindi soprattutto nella costruzioni di lapidi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«E’ da circa quarant’anni che siamo tutti qui e non ci siamo mai fatti concorrenza l’un l’altro – dichiara un marmista di una delle botteghe lungo la strada -. Ognuno si è infatti specializzato in qualcosa, chi nelle grandi cappelle funerarie e chi invece nelle piccole lapidi. E per fortuna questo è un mestiere che rende sempre e non tramonta mai. Queste sono tutte botteghe che si tramandano di padre in figlio e le tecniche di lavorazione e strumentazione sono rimaste sempre le stesse».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Orgoglioso l’artigiano si mostra all’opera e ci istruisce circa il funzionamento del macchinario atto a tagliare il marmo e in cui scorre l’acqua che impedisce alla polvere di prendere il sopravvento. Affianco a lui vediamo in moto un vecchio pantografo che riproduce segni e caratteri e ci soffermiamo a ammirare l’antica maestria dei lavoranti che applicano meste lettere e fotografie in eterno ricordo dei defunti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Diverso è il caso della marmeria più grande presente sulla via, che a differenza delle altre non si occupa di lapidi ma di edilizia. «La mia è l’azienda più antica qui, apparteneva a mio nonno che l’ha fondata 50 anni fa e ci siamo sempre occupati di grandi opere utilizzando marmi provenienti da Trani, Verona e Carrara – ci spiega il 45enne titolare Angelo -. Ma da 5 anni a questa parte la crisi ha colpito fortemente il nostro settore e ho dovuto ridurre il personale sino a giungere a un paio di operai».
Ma se non indotti dall’inevitabile necessità dell’acquisto di una lapide o di una costruzione in marmo, nessun’altro conosce questa strada nascosta, ancora più tagliata dal resto della città visto che l’accesso su via Nazariantz è infatti bloccato dai lavori in corso per la realizzazione del ponte la cui sagoma domina dall’alto. Attualmente è possibile entrare solo da via Crispi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Quando la strada era aperta qui c’era un viavai continuo di avvocati, magistrati e cancellieri, molti dei quali venivano a parcheggiare da noi – ci racconta Massimo che lavora nell’ampio garage al termine della via -. Da quando è chiusa al contrario non passa più nessuno e i nostri affari non vanno molto bene. Spero davvero che con l’apertura del ponte ci possa essere anche una rivalutazione di via de Crescenzio: oramai qui ci sono solo scritte sui muri e sporcizia. Anche gli spazzini si dimenticano di venire a fare pulizie come se non facesse parte della città».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In effetti nonostante la strada sia votata al palazzo giudiziario (data la sua denominazione intitolata a un giurista terlizzese), non ha ricevuto in cambio dal tribunale un analogo omaggio. Anzi. Sul ciglio della strada e ai piedi del tribunale si apre infatti una voragine divenuta oramai discarica a cielo aperto. «Qui un tempo c’erano campi coltivati - ci racconta il 70enne bidello in pensione Giorgio, memoria storica del vicolo -, poi hanno distrutto tutto perché dovevano costruire un’aula bunker per il tribunale, ma in realtà non hanno realizzato nulla e tutti ne approfittano ora per andare a buttare rifiuti di ogni genere. Recentemente sono scoppiati ben due incendi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Giorgio ci mostra orgoglioso casa sua, un palazzo storico del 1925 con un buio e scalcinato androne interno rischiarato solo da un lucernaio che sovrasta la tromba delle scale da cui piovono panni stesi e piante ornamentali. Ci tiene anche a presentarci suo figlio Lorenzo, divenuto titolare di una torneria avviata in questa strada dal 2000. Anche lui è nato in questa via e dichiara senza mezzi termini: «Qui sembra di stare in paradiso. Dove trovi lo stesso silenzio in altre zone della città?».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma Giorgio implacabile punta il dito contro il degrado e ci mostra una decina di case diroccate. «Io qui ci vivo da quando ero bambino – dice -. All’epoca c’era solo campagna e tanti bambini, ora bambini non ce ne sono quasi più, stanno andando via tutti e qui rimangono solo i vecchi e poche famiglie». Non mancano i cortili abbandonati. In uno, forzando la porta chiusa che oppone una debole resistenza, riusciamo a entrare e scorgiamo solo erbacce, rifiuti e mura pericolanti. «Questo è il regno dei gatti», chiosa Giorgio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Al termine del nostro percorso la nostra guida ci svela l’ultimo mistero che questa strada ci riserva. Ci indica un piccolo locale al termine di via De Crescenzio prima che diventi un vicolo cieco a causa dei lavori predetti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qui incontriamo Nino, 39 anni, 3 figli e in procinto di divenire già nonno. Si definisce un convertito alla religione cattolica cristiana e afferma che ciò è avvenuto in seguito a un miracolo a cui ha assistito. Sostiene che 4 anni fa, al termine di una fase critica della sua esistenza in seguito alla quale aveva perso la propria fede in Dio, all’improvviso nel suo garage una statuetta di Gesù da piccolo si è trasformata in un bambino vero in grado di muoversi e parlare, per poi ritornare a riprendere le sembianze originarie.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Da allora Nino avrebbe recuperato la fede, cambiato stile di vita e trasformato il suo garage in un luogo di preghiera dove affluiscono numerosi fedeli ma soprattutto, a quanto pare, decine e decine di suoi seguaci che sarebbero stati a loro volta miracolati in sua presenza. Il "miracolato" di via De Crescenzio però non vuole svelarci altro e ci permette di fotografare solo una parte del suo garage trasformato in un mausoleo carico di oggetti, immagini e icone sacre, con una piccola zona riservata e recintata da stuoie in cui ama pregare appartato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci assicura che sentiremo ancora parlare di lui e che accadranno cose molto particolari e a noi salutandolo sorge il dubbio che questa piccola strada nascosta abbia ancora segreti da rivelarci. Ma intanto è sera, ci guardiamo intorno e non c’è più nessuno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Katia Moro
Katia Moro
I commenti
- Giuseppina - E bellisimo sentire parlare nino viva la nostra madre celeste e gesu
- Giuseppina - Viva la madonna e gesu convertitevi abbiate fede
- felice - Complimenti! Ottima ricerca! Consideralo un "fiore all'occhiello". Brava
- Carlo - complimenti...articolo interessante!
- Viusi - Credete e la pura verita
- Sebastiano Gernone - ERA CHIAMATA VIA DEI CAPRAI, TRA LORO MISTICI DELLA TRADIZIONE PASTORALE