Colorate e piene di verde: le case popolari "alternative" di Japigia e Poggiofranco
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venerdì 9 dicembre 2016
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di Stefania Buono - foto Antonio Caradonna
Costruiti il primo alla fine degli anni 50 e il secondo agli inizi dei 60 grazie al piano di intervento statale Ina-Casa, si contraddistinguono per colore, altezza, forma e soprattutto per l’essere stati pensati come “città nella città”: chiusi al resto dei quartieri grazie alla loro forma quasi circolare, che ha permesso la creazione al loro interno di giardini attraversati da piccole stradine.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
In un posto come Bari dove “verde” e “piazze” sono parole quasi straniere, questa serie di edifici si staccano così dal solito schema a scacchiera con cui, a partire dal Murattiano, è stata pensata urbanisticamente la città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Japigia: il “Settimo gruppo" - A Japigia il complesso del “Settimo gruppo” si trova tra le vie Magna Grecia, Japigia, Daunia e Peucetia, un po’ più a sud rispetto al primo nucleo del quartiere sorto alla fine di via Oberdan. Si tratta di una trentina di basse palazzine dai colori chiari con persiane verdi e rosse che, al contrario dei soliti condomini, mostrano sulla strada non la facciata ma il retro: i portoni si trovano infatti all’interno dei cortili.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entriamo nel complesso attraverso un portico color ocra che si affaccia su via Magna Grecia. Le palazzine si caratterizzano tutte per una struttura in pietra alla base alta qualche decina di centimetri: divide il marciapiedi dalle finestre e dai balconi da cui pendono panni che quasi toccano terra. Si tratta chiaramente di case vecchie, anche se ben tenute. «Sono però senza ascensore», puntualizza Lucia, mentre è in procinto di entrare in un portone.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ben tenuti sono soprattutto i giardinetti attorno ai quali si dislocano i palazzi. Tra il verde dell’erba o il marrone del terreno si ergono alti pini e folti cespugli. E uno di questi non può non farsi notare: recintato, ricco di verde e fiori e con al suo interno un paio di bassi alberi a cui sono stati tagliati i rami, presenta al centro una statuina della Madonna circondata da un grande cespuglio con profumate rose bianche.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«I giardini vengono curati da noi condomini: talvolta ci organizziamo per far venire qui un giardiniere -racconta la 24enne Silvia, che vive qui da quando è nata-. Grazie a questi spazi verdi ancora oggi i bambini possono divertirsi a giocare in un ambiente tranquillo, con il pallone, le biciclette e i pattini, sotto gli occhi dei propri genitori e al riparo dal traffico».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Cosa questa più unica che rara: è infatti difficile oggi vedere ragazzini giocare “per strada”, vista la mancanza di spazi a cui Bari ci ha ormai abituato. «Da una decina d’anni poi i cortili sono illuminati anche da lampioni– continua la giovane residente – ed è possibile passeggiare per le stradine anche di sera».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Poggiofranco: Via Modugno - Raggiungiamo ora il quartiere Poggiofranco, lì dove sorge il secondo complesso “alternativo”: è situato tra le vie Giovanni Modugno, Concilio Vaticano II, Papa Benedetto XIII e Saverio Lioce (la strada “degli equivoci"). Siamo in una zona famosa per le tante “cantine” qui presenti, a ridosso della piazzetta dei Papi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entriamo nel complesso proprio dalla piazza. Il panorama offerto è lo stesso di quello “japigino”, anche se le case son un po’ più alte (anche 5 piani), con balconi ampi e il complesso si disloca su due isolati, racchiudendo una quarantina di palazzine. Anche in questo caso a dominare sono i colori pastello, seppur più vari: dal giallo, al rosso, al verde, ma anche multicolori. In qualche caso si trovano anche stabili con su dipinti simpatici motivi dalla forma romboidale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Io abito qui da quasi vent’anni e mi trovo benissimo, tanto da aver riscattato la casa – ci dice Lily, mentre rientra a casa sua dopo aver fatto la spesa -. Ormai tutti gli appartamenti sono dei loro inquilini e non più dello Iacp».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche in questo complesso sono i giardini i veri protagonisti: aiuole su cui svettano persino pini e abeti. Alcuni alberi sono talmente maestosi da superare in altezza delle palazzine. I cortili sono tutti molto curati, spaziosi e ricchi di folte piante e basse siepi che armoniosamente abbracciano la verdissima erba.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tre le viuzze (che si chiamano tutte “via Giovanni Modugno”) si trova anche una scuola materna, la “Saverio Lioce”. Chiusa da un cancelletto e di colore giallo, presenta sulle pareti laterali finestre rettangolari sulle cui vetrate sono disegnati alberi. Il tetto ha la forma di un cono e all’esterno sono presenti piccole panchine riservate ai bambini. Nella struttura si trova un azzurra edicola votiva con vetrate colorate che ospita al suo interno un altarino dove è poggiata una statuetta raffigurante la Madonna, circondata da vasi contenenti fiori freschi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Osserviamo per un ultima volta il gradevole insieme che ci circonda e abbandoniamo questo complesso: non ci resta che tornare nelle nostre poco popolari ma fredde palazzine a schiera.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Stefania Buono
Stefania Buono
Foto di
Antonio Caradonna
Antonio Caradonna
I commenti
- Lia Sophia - Bravi, fate anche un aricolo con gli altarini (tutti abusivi) delle madonne e i vari s.pio che hanno 'privatizzato' i giardinetti pubblici di japigia?