di Nicola Imperiale

Non solo olio, mandorle e "cervellata": alla scoperta del centro storico di Toritto
TORITTO – Dalla “cervellata” alla mandorla Filippo Cea, dall’olio extravergine all’“intorchiata”. Quando si parla di Toritto, centro di 8mila anime a sud-ovest di Bari, è impossibile prescindere dai suoi tanti ed eccellenti prodotti tipici, citati in tutte le guide agroalimentari della Puglia.  In pochi però conoscono il paese in sé, caratterizzato da un piccolo ma suggestivo borgo costellato da antichi monumenti. Per questo, unendo buon cibo e cultura, ci siamo immersi tra le viuzze  di Trìtt. (Vedi foto galleria)

Per raggiungere il paese da Bari imbocchiamo la statale 96 in direzione Altamura e proseguiamo per 22 chilometri, fino a raggiungere lo svincolo per Toritto. Entriamo nel centro abitato e incontriamo il 66enne Saverio Alberto, vicepresidente della Pro loco, colui ci farà da guida. 

«Da qualche anno grazie a iniziative e manifestazioni stiamo cercando di risvegliare la comunità – ci dice il signore -. Perché pur avendo “l’oro tra le mani” non siamo mai riusciti a sfruttare appieno le potenzialità delle nostre specialità gastronomiche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Saverio ci conduce quindi all’oleificio cooperativo posto sulla provinciale 72 che collega il borgo alla frazione di Quasano. Qui lavorano anche la famosa mandorla “Filippo Cea”. «Oltre al sapore gustoso e la bassa acidità, questa varietà ha la particolarità di avere due semi – sottolinea il cicerone -. Stanno cercando di riprodurla anche in altri Paesi, ma fortunatamente per noi finora con scarsi risultati».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel frantoio incontriamo Vincenzo, che ci fa assaggiare dell’olio extravergine dopo averlo “distillato” da una cisterna. «Il prodotto è diverso da quello degli altri paesi limitrofi - ci svela Saverio -. A Toritto la raccolta delle olive non è fatta a fine ottobre ma in ritardo di almeno 15-20 giorni, così da diminuire la percentuale di acidità e aumentarne la resa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ci spostiamo ora nuovamente verso il centro abitato, per giungere fino in corso Diaz, lì dove è presente una storica macelleria. È qui che facciamo la conoscenza della mitica “cervellata”, una salsiccia realizzata con le parti umide di suino, bovino e ovino e aromatizzata con basilico, aglio, sale, pepe e pecorino grattugiato.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Ora però è arrivato il momento di dedicare il nostro tempo alla visita del centro storico di Toritto. Ci dirigiamo quindi in piazza Aldo Moro per ammirare la chiesetta settecentesca dedicata alla Madonna delle Grazie, compatrona assieme a San Rocco.

Svoltiamo poi sulla destra per piazza Vittorio Emanuele II, detta anche “vecchia”, in cui si erge il Castello Marchesale, i cui primi documenti risalgono al 1167. L’edificio, ampliato e ristrutturato nei vari secoli, assume oggi un aspetto austero grazie alla sua torre a pianta quadrata e i leoni che sorvegliano il portone situato sul lato ovest del fabbricato. 

Continuiamo quindi su corso Umberto I e da questo punto in poi, dopo aver apprezzato la Torre dell’orologio del 1564, ci perdiamo tra le viuzze del borgo antico, con i suoi archi di pietra, i pavimenti a chianche e le caratteristiche lampade.

In Piazza Papa Giovanni Paolo II ci fermiamo poi ad ammirare la chiesa matrice dedicata a San Nicola, costruita nel 1410 sui resti di un tempio eretto prima dell’anno Mille. Ampliata nel 1662 con l’aggiunta di un campanile, fu quasi interamente ricostruita dopo un incendio avvenuto nel 1808.

E infine, in via Giuseppe Pugliese, andiamo a visitare l’elegante chiesa di San Giuseppe edificata in stile neogotico nel 1921 sulle rovine della più antica chiesa del Purgatorio.

L’ultima tappa del viaggio la dedichiamo però all’ennesima specialità gastronomica del paese: la pasta di mandorle. Entriamo quindi in una pasticceria in via Salvo D’Acquisto lì dove, nonostante l’assenza delle “intorchiate” (treccine farcite con le mandorle), possiamo chiudere il nostro tour a Toritto con tanta tradizionale dolcezza.

(Vedi galleria fotografica)


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Dalla “cervellata”, olio extravergine, dolci di mandorla. Quando si parla di Toritto, centro di 6mila anime a sud-ovest di Bari, è impossibile prescindere dai suoi tanti ed eccellenti prodotti tipici, citati in tutte le guide agroalimentari della Puglia
Altro prodotto tipico di Torittto: la mandorla “Filippo Cea”. Oltre al sapore gustoso e la bassa acidità, questa varietà ha la particolarità di avere due semi
La prima tappa del nostro viaggio è l’oleificio cooperativo, dove incontriamo Vincenzo che ci fa assaggiare dell’olio extravergine dopo averlo “distillato” da una cisterna
Ci spostiamo ora nuovamente verso il centro abitato, per giungere fino in corso Diaz, lì dove è presente una storica macelleria. È qui che facciamo la conoscenza della mitica “cervellata”, una salsiccia realizzata con le parti umide di suino, bovino e ovino e aromatizzata con basilico, aglio, sale, pepe e pecorino grattugiato
Ora però è arrivato il momento di dedicare il nostro tempo alla visita del centro storico di Toritto. Ci dirigiamo quindi in piazza Aldo Moro per ammirare la chiesetta settecentesca dedicata alla Madonna delle Grazie, compatrona assieme a San Rocco
Svoltiamo poi sulla destra per piazza Vittorio Emanuele II, detta anche “vecchia”, in cui si erge il Castello Marchesale, i cui primi documenti risalgono al 1167
L’edificio, ampliato e ristrutturato nei vari secoli, assume oggi un aspetto austero grazie alla sua torre a pianta quadrata e i leoni che sorvegliano il portone situato sul lato ovest del fabbricato
Continuiamo quindi su corso Umberto I e da questo punto in poi, dopo aver apprezzato la Torre dell’orologio del 1564...
...ci perdiamo tra le viuzze del borgo antico, con i suoi archi di pietra, i pavimenti a chianche e le caratteristiche lampade
In Piazza Papa Giovanni Paolo II ci fermiamo poi ad ammirare la chiesa matrice dedicata a San Nicola, costruita nel 1410 sui resti di un tempio eretto prima dell’anno Mille
Ampliata nel 1662 con l’aggiunta di un campanile, fu quasi interamente ricostruita dopo un incendio avvenuto nel 1808
E infine, in via Giuseppe Pugliese, andiamo a visitare l’elegante chiesa di San Giuseppe edificata in stile neogotico nel 1921 sulle rovine della più antica chiesa del Purgatorio
L’ultima tappa del viaggio la dedichiamo però all’ennesima specialità gastronomica del paese: la pasta di mandorle



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  • Luigi Giovanni Fasano - Buonasera. Purtroppo nel suo articolo riscontro alcune inesattezze storiche dettate forse dalla scarsa conoscenza documentale del pur attento cicerone. Infatti per quanto riguarda la Chiesa Matrice risulta essere inesatta la data di erezione. I primi documenti storici risalgono al 1560 e nel quale vi é riportato lo stato delle anime, una specie di censimento della popolazione di quell'anno. La data di costruzione dell' attuale struttura si attesta agli inizi del XIX secolo. Il campanile invece fù costruito sui resti di una antica torre di avvistamento medievale e al cui interno riposavano i resti della Duchessa della Tolfa, resti che per uno scellerato intervento di pseudo restauro, furono rimossi e spostati in un non meglio divulgato luogo. Per quanto riguarda la Chiesa di San Giuseppe si tiene a precisare che non fù costruita sui resti della vecchia Chiesa del Purgatorio in quanto la stessa fu abbattuta per far posto alla nuova strada per il cimitero e della quale sono ancora visibili alcuni resti sulla detta via in prossimità del Centro Parrocchiale. Tanto per dovere di cronaca. Un Saluto


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