di Gabriella Mola - foto Antonio Caradonna

Bari, tra isolamento e waterfront quel rione che vive a contatto con il mare: San Girolamo
BARI – È l’unico quartiere di Bari realmente a contatto con l’Adriatico, il solo (non considerando le ex frazioni) che non è costretto a convivere con l’ingombrante Porto e il monumentale e trafficato lungomare. Parliamo di San Girolamo, rione sviluppatosi a partire dagli anni 50 che da sempre vive un po’ isolato dal resto della città, stretto com’è tra due lame e posto alla periferia nord-ovest del capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma proprio questo suo essere in disparte, se da un lato ha storicamente creato disagi ai residenti (e facilitato la delinquenza), d’altro canto ha permesso la nascita di una comunità forte, che ha come comune denominatore l’amore per il mare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un sentimento rafforzatosi a partire dalla primavera scorsa, quando il lungomare IX Maggio ha subìto un importante restyling che, attraverso l’ampliamento delle spiagge e le pedonalizzazione della strada costiera, ha regalato al rione un nuovo “waterfront” lungo un chilometro e mezzo. Novità questa che a molti commercianti non è piaciuta, ma che ha indubbiamente avvicinato ancor di più il “borgo” al proprio mare, rendendo più fruibile un lungo tratto di litorale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel 2015 visitammo San Girolamo prima dell’avvio dei lavori, oggi siamo tornati per capire che cosa è cambiato. (Vedi foto galleria)

Il nostro viaggio comincia da via Van Westerhouth, strada che dopo aver fiancheggiato la “zona di San Francesco”, parte del quartiere caratterizzata da storici lidi e pinete pubbliche, permette l’ingresso nell’area più densamente abitata di San Girolamo. Prima però c’è da attraversare, grazie a un ponte, il cosiddetto  “Canalone”, la foce di Lama Lamasinata che durante il Fascismo fu deviata in questo punto per permettere un migliore convogliamento delle acque piovane.

Il cavalcavia ci conduce quindi nel rione vero e proprio, che si presenta da subito caratterizzato da edifici costruiti in diverse epoche, con prevalenza degli anni 70 e 80. Una rotonda ci dà la possibilità di andare dritto per strada San Girolamo (l’arteria principale del quartiere) o proseguire a destra per via Van Westerhouth. Scegliamo la seconda opzione per incontrare quasi ad angolo la storica “Cantina da Gazzos”, enoteca attiva da più di cinquant’anni.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui facciamo la conoscenza del proprietario, il 60enne Antonio Florio, accompagnato dal suo fedele cane. L’uomo si fa portavoce del malcontento dei commercianti della zona. «Sono nato e cresciuto a San Girolamo – ci dice - e non cambierei il quartiere con nessun altro. Onestamente però non condivido l’entusiasmo per il nuovo lungomare: ora è pedonale e il traffico sta così congestionando tutte le altre strade, come quella dove lavoro io. È più difficile quindi riuscire a trovare un posto auto per fermarsi a fare acquisti. Quest’opera sta danneggiando i nostri affari».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ma è arrivato ora il momento di andare a vedere questo nuovo lungomare. Camminiamo quindi per un 150 metri fino ad arrivare sulla costa, lì dove impera un’istituzione del rione: il lido Adria, presente qui dal 1946 con la sua insegna bianca e blu e il lungo muro perimetrale. Accanto ecco “Spirito di Patate”, tra i primi esercizi commerciali nati in zona: una pescheria che prende il nome dall’indole allegra del suo fondatore.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


E infine eccolo il nuovo waterfront, che ci accoglie con la sua spiaggia allargata e soprattutto non più frammentata da scogli e opere in cemento. “Casa” di Henry, un bianco pastore maremmano divenuto la mascotte del quartiere, l’arenile è frequentato da bagnanti e da giovani sportivi, come i ragazzi che praticano kitesurf  e windsurf.

Dal litorale partono poi alcuni moli formati da grossi massi, adoperati da pescatori di tutte le età per catturare comodamente pesci di piccole dimensioni. Del resto il mare ora è parzialmente “chiuso” da file di frangiflutti, che a sentire i residenti proteggono però ben poco da maestrale e tramontana. 

Passeggiamo sul lungomare utilizzando uno dei due marciapiedi, che in molti utilizzano per fare jogging, mentre i ciclisti si servono della nuova pista color verde scuro. Nel mezzo una fila di alberi e di piante ornamentali funge da spartitraffico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Mentre camminiamo incrociamo i 35enni Francesco e Nicola, a cui chiediamo un giudizio sulla nuova opera. «Ha portato una ventata di aria fresca – affermano -: sta dando a tutti la possibilità di godersi maggiormente il proprio quartiere, regalando finalmente l'opportunità di vivere in libertà e sicurezza quel mare con cui San Girolamo ha da sempre un rapporto simbiotico».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

I giovani come esempio ci indicano una coppia di anziani seduta a godersi la brezza marina e un marito e una moglie intenti a pescare sull’arenile, “armati” di canne lunghe e sedie portate direttamente da casa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sulla sinistra invece sono ancora presenti le basse e coloratissime case popolari, i primi edifici costruiti nel quartiere. Palazzine che secondo i progetti dovrebbero essere abbattute per fare spazio a nuovi complessi residenziali. Gli abitanti verrebbero quindi spostati su strada San Girolamo, in un enorme condominio i cui lavori risultano però al momento bloccati per alcune irregolarità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proseguiamo, fino a incontrare un’installazione che riporta segni dell’alfabeto morse e la data dell’8 agosto 1991, giorno in cui a bordo della nave Vlora sbarcarono a Bari 20mila albanesi in fuga dal proprio Paese. Si tratta di un memoriale realizzato qualche mese fa dall’artista Jasmine Pignatelli per ricordare quel giorno in cui la città dimostrò a tutti il valore dell’accoglienza.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Subito dopo ecco invece stagliarsi il lungo profilo dell’“eclettico” residence Equatore, che oltre agli appartamenti ospita sotto i suoi portici delle attività commerciali, alcune delle quali però mestamente chiuse. Anima del posto è il negozio Impact, punto di riferimento cittadino per gli amanti del surf.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

E di fronte ecco il fulcro del waterfront: un’avveniristica costruzione su due livelli in vetro, acciaio e cemento che dovrebbe ospitare tra le altre cose il nuovo Acquario. In realtà per ora è completamente vuota e rappresenta un po’ il simbolo di un’opera complessiva non ancora del tutto compiuta. Alle sue spalle si apre una sorta di “piazza”, con panchine e lampioni, che si spera possa diventare uno spazio pubblico di socializzazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Il lungomare prosegue fino all’adiacente quartiere “gemello” di Fesca, per poi interrompersi alla foce di Lama Balice, ma noi concludiamo in questo punto il nostro viaggio. Il sole sta tramontando e siamo davanti all’Adriatico, il tesoro più grande di questa città. Un mare che nel corso del tempo si è allontanato sempre più dai baresi, riuscendo però a trovare qui, a San Girolamo, un rifugio sicuro. 

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Il nostro viaggio comincia da via Van Westerhouth, strada che dopo aver fiancheggiato la “zona di San Francesco”, parte del quartiere caratterizzata da storici lidi e pinete pubbliche, permette l’ingresso nell’area più densamente abitata di San Girolamo
Prima però c’è da attraversare, grazie un ponte, il cosiddetto  “Canalone”, la foce di Lama Lamasinata che durante il Fascismo fu deviata in questo punto per permettere un migliore convogliamento delle acque piovane
Il cavalcavia ci conduce quindi nel rione vero e proprio, che si presenta da subito caratterizzato da edifici costruiti in diverse epoche, con prevalenza degli anni 70 e 80. Una rotonda ci dà la possibilità di andare dritto per strada San Girolamo o proseguire a destra per via Van Westerhouth...
Scegliamo la seconda opzione per andare a incontrare all’inizio della strada la storica “Cantina da Gazzos”, enoteca attiva da più di cinquant’anni. Qui facciamo la conoscenza del proprietario, il 60enne Antonio Florio, accompagnato dal suo fedele cane
Camminiamo per altri 150 metri fino ad arrivare sulla costa, lì dove impera un’istituzione del rione: il lido Adria, presente qui dal 1946 con la sua insegna bianca e blu e il lungo muro perimetrale
Accanto ecco “Spirito di Patate”, tra i primi esercizi commerciali nati nel rione: una pescheria che prende il nome dall’indole allegra del suo fondatore
E infine eccolo il nuovo waterfront, che ci accoglie con la sua spiaggia allargata e soprattutto non più frammentata da scogli e opere in cemento
“Casa” di Henry, un bianco pastore maremmano divenuto la mascotte del quartiere...
...l’arenile è frequentato da bagnanti e da giovani sportivi, come i ragazzi che praticano kitesurf  e windsurf
Dalla costa partono poi alcuni moli formati da grossi massi...
utilizzati da pescatori di tutte le età per catturare comodamente pesci di piccole dimensioni
Del resto il mare ora è parzialmente “chiuso” da file di frangiflutti, che a sentire i residenti proteggono però ben poco da maestrale e tramontana
Passeggiamo sul lungomare utilizzando uno dei due marciapiedi, che in molti utilizzano per fare jogging...
...mentre i ciclisti si servono della nuova pista color verde scuro. Nel mezzo una fila di alberi e di piante ornamentali funge da spartitraffico
Il nuovo lungomare sta dando a tutti la possibilità di godersi maggiormente il proprio quartiere. Osserviamo una coppia di anziani seduta a godersi la brezza marina...
...e un marito e una moglie intenti a pescare sull’arenile, “armati” di canne lunghe e sedie portate direttamente da casa
Sulla sinistra invece sono ancora presenti le basse e coloratissime case popolari, i primi edifici costruiti nel quartiere
Palazzine che secondo i progetti dovrebbero essere abbattute per fare spazio a nuovi complessi residenziali
Gli abitanti verrebbero quindi spostati su strada San Girolamo, in un enorme condominio i cui lavori risultano però al momento bloccati per alcune irregolarità
Proseguiamo, fino a incontrare un’installazione che riporta segni dell’alfabeto morse e la data dell’8 agosto 1991, giorno in cui a bordo della nave Vlora sbarcarono a Bari 20mila albanesi in fuga dal proprio Paese
Subito dopo ecco invece stagliarsi il lungo profilo dell’ “eclettico” residence Equatore, che oltre ad accogliere appartamenti ospita sotto i suoi portici alcune attività commerciali, alcune delle quali però mestamente chiuse
E di fronte ecco il fulcro del waterfront: un’avveniristica costruzione su due livelli in vetro, acciaio e cemento che dovrebbe ospitare tra le altre cose il nuovo Acquario
In realtà per ora è completamente vuota e rappresenta un po’ il simbolo di un’opera complessiva non ancora del tutto compiuta
Alle sue spalle si apre una sorta di “piazza”, con panchine e lampioni, che si spera possa diventare uno spazio pubblico di socializzazione
Concludiamo qui il nostro viaggio. Il sole sta tramontando e siamo davanti all’Adriatico, il tesoro più grande di questa città. Un mare che nel corso del tempo si è allontanato sempre più dai baresi, riuscendo però a trovare qui, a San Girolamo, un rifugio sicuro



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