di Giancarlo Liuzzi - foto Rafael La Perna

Bari, la "periferica" zona di Pane e Pomodoro: una parte di città che si sta risvegliando
BARI – È una delle aree urbane più periferiche della città, pur non essendo lontana dal centro e non è facilmente raggiungibile dagli altri rioni essendo separata da essi dai binari della ferrovia. Nonostante ciò rappresenta una delle zone più particolari di Bari, per via della vicinanza all’Adriatico e per la particolare architettura dei palazzi che la compongono. Il “quartiere” in questione è quello che si staglia di fronte a Pane e Pomodoro: un quadrilatero delimitato da via Di Vagno, viale Imperatore Traiano, via Caduti del 28 luglio 1943 e dal lungomare Armando Perotti/corso Trieste.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Un agglomerato di edifici confinante con Japigia vecchia e la “zona Rai” di Madonnella che dagli anni 50 alterna periodi di silenzioso isolamento a periodi di “risveglio”. Oggi, dopo aver passato un momento di abbandono, sta tornando a popolarsi grazie al successo della spiaggia di Pane e Pomodoro. Ora qui c’è sempre movimento, stanno spuntando ristoranti e bar, anche se mancano ancora servizi fondamentali come supermercati e negozi che vendono prodotti di prima necessità.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Siamo quindi andati a visitare la “zona di Pane e Pomodoro”. (Vedi foto galleria)

Il nostro punto di partenza è l’incrocio tra il lungomare Perotti e il ponte di via Di Vagno: quest’ultimo, realizzato nel 1972 al posto di un passaggio a livello, conduce al rione Japigia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ed ecco alla nostra sinistra stagliarsi subito la spiaggia di Pane e Pomodoro. Inaugurata nel 1997 e dotata di un arenile sabbioso, nel corso degli anni tra disagi causati dagli scarichi del “troppo pieno” e chiusura del bar, è riuscita comunque pian piano ad arricchirsi di pontili, panchine, attrezzi ginnici e giostrine. Migliorando il suo aspetto è diventata così un punto di riferimento per bagnanti, runners, amanti degli sport acquatici, vecchietti che giocano a carte e anche stranieri. È qua infatti che studenti Erasmus, crocieristi e turisti giunti nel capoluogo pugliese da mezzo mondo fanno sosta in estate per abbronzarsi e rinfrescarsi.

Alla nostra destra svettano invece le alte palme del giardino Veterani dello sport, dotato di parco per cani. Alle cui spalle scoviamo i primi alti edifici costruiti a metà degli anni 50. Fu infatti in quel periodo che questa zona cominciò a popolarsi con la realizzazione di palazzi residenziali e del leggendario Gran Lido Marzulli, stabilimento balneare all’avanguardia che però durò solo dal 1949 al 1956.

Veniamo poi attratti da un palazzo a vetri a forma di L, con una romboidale “rete” metallica verde che ne contraddistingue il prospetto. Fu costruito nel 1985 su progetto del famoso architetto Onofrio Mangini e ospita l’Ispettorato territoriale del lavoro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Negli anni 80 infatti l’area ebbe poi un vero e proprio “boom” grazie agli allora nascenti Punta Perotti e Parco Perotti: grandiosi progetti che prevedevano la costruzione di grattacieli, hotel, impianti balneari e ampie aree verdi su tutto il lungomare sud. Imprenditori e aziende edili, approfittando della prospettata riqualificazione dell’area, innalzarono quindi moderni complessi residenziali con spazi per uffici e attività commerciali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Peccato che i tanto annunciati progetti non furono però mai completati (con l’inizio di una complessa vicenda giudiziaria e il successivo abbattimento di Punta Perotti), così i locali chiusero e la zona ritornò al vecchio oblìo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Sempre sul lungomare ci colpiscono le bianche e spigolose facciate, appena restaurate, del Palazzo delle Logge: due imponenti fabbricati gemelli contraddistinti da lunghi balconi su ogni piano e circondati da verdi giardini. L’edificio residenziale, che occupa un intero isolato, fu costruito nel 1979 dall’ingegner Donato Bosco e dall’architetto Luigi Levi Montalcini, fratello del premio Nobel Rita Levi.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ai “piedi” degli stessi vi sono due edifici a un piano con decine di locali murati che fino a 15-20 anni fa ospitavano esercizi commerciali come il bar ristorante Nautilus e il ristorante Onda Blu (quest’ultimo distrutto da un incendio doloso nel 2007).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)


Dopo essere rimasti chiusi per diversi anni le saracinesche si stanno rialzando per tornare a ospitare nuove attività. Una colorata insegna ci indica ad esempio un nuovo punto di ristorazione e vendita di prodotti tipici, affiancato da una lunga scritta che annuncia l’apertura di un altro negozio. Sulla destra invece una serie di spazi ancora abbandonati ospiteranno a breve un sushi giapponese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Proseguendo verso sud il lungomare Perotti diventa corso Trieste, strada che è introdotta  da un alto palazzo scuro alla cui base troviamo un ristorante orientale (lì dove negli anni 70 c’era la sala ricevimenti “El Cid Campeador”), seguito da una palestra. Fu progettato dall'architetto Tonino Cirielli, colui che ideò le "garden city" tra Torre a Mare e Noicattaro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Superato l’edificio è impossibile non ammirare le centinaia di vetrate e le gialle fasce metalliche del palazzo dell’Inail, “grattacielo” di 15 livelli costruito nel 1987 dalla Giem srl che ospita gli uffici dell’ente pubblico oltre a quelli dell’Arpa Puglia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Visitiamo ora la parte interna del quadrilatero. Gli alti fabbricati che formano lo skyline a ridosso del mare fanno infatti “ombra” a più bassi e datati edifici che si trovano alle loro spalle.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Percorrendo ad esempio la stretta via Fabio Filzi incrociamo subito due palazzine costruite addirittura nei primi decenni del 900. La prima dalla facciata decadente, la seconda che conserva invece un elegante portale d’ingresso in pietra con testa leonina e arcatelle neomedievali sulle finestre.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Intercettiamo qui alcuni residenti. «Sono tornato a vivere a Bari l’anno scorso dopo aver lavorato al Nord e ho deciso di trovare casa qui - ci dice il 37enne Piero -. Ho sempre adorato questa zona ed è fantastico avere il mare letteralmente sotto casa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

«Non è un’area molto servita, non c’è una banca o un alimentari - ci racconta il 55enne Elvio -. Però a me è sempre piaciuta sia per la vicinanza al mare e sia perché, pur essendo periferica, il centro cittadino è in realtà a due passi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Dopo pochi passi ci ritroviamo su viale Imperatore Traiano: strada che costeggiando i binari della ferrovia separa la zona dall’adiacente quartiere Japigia.

Sulla via ci colpisce la rosa facciata di palazzo San Marino, progettato nel 1948 dall’architetto Marino Lopopolo: è contraddistinto da un atrio a portico con tre massicce colonne. Oltre questo svettano alti immobili che si affiancano a basse palazzine, creando un insolito contrasto architettonico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Qui veniamo anche attratti da pannelli con disegni astratti che decorano la recinzione a ridosso dei binari: installazione artistica realizzata da vari pittori della “Galleria 206” di Bari. Questi ci conducono al vecchio sovrappasso pedonale di metallo (ristrutturato da poco) che permette ai cittadini di oltrepassare la ferrovia. «È anche l’unico modo per raggiungere servizi e attività commerciali, purtroppo assenti in questa zona – sottolinea la 72enne Anna -. Per fare la spesa sono infatti costretta ogni volta ad andare a Japigia».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Tutto però cambierà quando verrà spostata la linea ferroviaria con la variante “collo d’oca”, che permetterà l’unione tra la zona di Pane e Pomodoro con il resto della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Raggiungiamo infine l’ultimo angolo dell’isolato dove si trova la “nascosta” chiesa di San Sabino. Consacrata il 26 settembre 1990 si mostra con una facciata di cemento a vista e un alto campanile con una croce in ferro. Oltre il luogo religioso c’è un ampio parcheggio, sul quale spunta soltanto un fabbricato che ospita degli uffici comunali e la stazione ferroviaria di Bari Parco Sud.

Si tratta degli ultimi “baluardi” della città, prima della spoglia e desolata distesa dei 7 chilometri del Lungomare di levante. Quest’ultimo però nel prossimo futuro dovrebbe essere finalmente riqualificato grazie al progetto “Parco Costa Sud”. Se ciò avenisse, unitamente alla rimozione dei binari, tutto cambierebbe per la zona di Pane e Pomodoro, la quale dopo decenni di incertezza potrebbe trasformarsi in uno dei quartieri più ambiti e prestigiosi del capoluogo pugliese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

(Vedi galleria fotografica)


© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Il nostro punto di partenza è l’incrocio tra il lungomare Perotti e il ponte di via Di Vagno...
...quest’ultimo, realizzato nel 1972...
...al posto di un passaggio a livello...
...conduce al rione Japigia
Ed ecco alla nostra sinistra stagliarsi subito la spiaggia di Pane e Pomodoro
Inaugurata nel 1997 e dotata di un arenile sabbioso...
...nel corso degli anni tra disagi causati dagli scarichi del “troppo pieno” e chiusura del bar, è riuscita comunque pian piano ad arricchirsi di pontili...
..., panchine, attrezzi ginnici e giostrine
 Migliorando il suo aspetto è diventata così un punto di riferimento per bagnanti, runners, amanti degli sport acquatici, vecchietti che giocano a carte e anche stranieri
Alla nostra destra svettano invece le alte palme del giardino Veterani dello sport, dotato di parco per cani
Alle cui spalle scoviamo i primi alti edifici costruiti a metà degli anni 50
Fu infatti in quel periodo che questa zona cominciò a popolarsi con la realizzazione di palazzi residenziali...
...e del leggendario Gran Lido Marzulli, stabilimento balneare all’avanguardia che però durò solo dal 1949 al 1956
Veniamo poi attratti da un palazzo a vetri a forma di L, con una romboidale “rete” metallica verde che ne contraddistingue il prospetto
Fu costruito nel 1985 su progetto del famoso architetto Onofrio Mangini e ospita l’Ispettorato territoriale del lavoro
Negli anni 80 infatti l’area ebbe poi un vero e proprio “boom” grazie agli allora nascenti Punta Perotti e Parco Perotti: grandiosi progetti che prevedevano la costruzione di grattacieli, hotel, impianti balneari e ampie aree verdi su tutto il lungomare sud
Peccato che i tanto annunciati progetti non furono però mai completati (con l’inizio di una complessa vicenda giudiziaria e il successivo abbattimento di Punta Perotti), così i locali chiusero e la zona ritornò al vecchio oblìo
Sempre sul lungomare ci colpiscono le bianche e spigolose facciate, appena restaurate, del Palazzo delle Logge: due imponenti fabbricati gemelli contraddistinti da lunghi balconi su ogni piano e circondati da verdi giardini
L’edificio residenziale, che occupa un intero isolato, fu costruito nel 1979 dall’ingegner Donato Bosco e dall’architetto Luigi Levi Montalcini, fratello del premio Nobel Rita Levi
Ai “piedi” degli stessi vi sono due edifici a un piano con decine di locali murati che fino a 15-20 anni fa ospitavano esercizi commerciali...
...come il bar ristorante Nautilus e il ristorante Onda Blu (quest’ultimo distrutto da un incendio doloso nel 2007)
Dopo essere rimasti chiusi per diversi anni i locali stanno tornando a ospitare nuove attività. Una colorata insegna ci indica ad esempio un nuovo punto di ristorazione e vendita di prodotti tipici...
...affiancato da una lunga scritta che annuncia l’apertura di un altro negozio
Sulla destra invece una serie di spazi ancora abbandonati ospiteranno a breve un sushi giapponese
Proseguendo verso sud il lungomare Perotti diventa corso Trieste, strada che è introdotta  da un alto palazzo scuro...
...alla cui base troviamo un ristorante orientale...
...lì dove negli anni 70 c’era la sala ricevimenti “El Cid Campeador”. Fu progettato dall'architetto Tonino Cirielli, colui che ideò le "garden city" tra Torre a Mare e Noicattaro
Superato l’edificio è impossibile non ammirare le centinaia di vetrate e le gialle fasce metalliche del palazzo dell’Inail...
...“grattacielo” di 15 livelli costruito nel 1987 dalla Giem srl che ospita gli uffici dell’ente pubblico oltre a quelli dell’Arpa Puglia
Visitiamo ora la parte interna del quadrilatero. Gli alti fabbricati che formano lo skyline a ridosso del mare fanno infatti “ombra” a più bassi e datati edifici che si trovano alle loro spalle
Percorrendo ad esempio la stretta via Fabio Filzi incrociamo subito due palazzine costruite addirittura nei primi decenni del 900. La prima dalla facciata decadente...
...la seconda che conserva invece un elegante portale d’ingresso in pietra...
...con testa leonina e arcatelle neomedievali sulle finestre
Dopo pochi passi ci ritroviamo su viale Imperatore Traiano...
...strada che costeggiando i binari della ferrovia separa la zona dall’adiacente quartiere Japigia
Sulla via ci colpisce la rosa facciata di palazzo San Marino, progettato nel 1948 dall’architetto Marino Lopopolo...
...è contraddistinto da un atrio a portico con tre massicce colonne
Oltre questo svettano alti immobili che si affiancano a basse palazzine, creando un insolito contrasto architettonico
Qui veniamo anche attratti da pannelli con disegni astratti che decorano la recinzione a ridosso dei binari: installazione artistica realizzata da vari pittori della “Galleria 206” di Bari
Questi ci conducono al vecchio sovrappasso pedonale di metallo (ristrutturato da poco) che permette ai cittadini di oltrepassare la ferrovia
Raggiungiamo infine l’ultimo angolo dell’isolato dove si trova la “nascosta” chiesa di San Sabino
Consacrata il 26 settembre 1990 si mostra con una facciata di cemento a vista e un alto campanile con una croce in ferro
Oltre il luogo religioso c’è un ampio parcheggio...
...sul quale spunta soltanto un fabbricato che ospita degli uffici comunali...
...e la stazione ferroviaria di Bari Parco Sud
Si tratta degli ultimi “baluardi” della città, prima della spoglia e desolata distesa dei 7 chilometri del Lungomare di levante



Giancarlo Liuzzi
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Rafael La Perna
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  • FRANCESCO ROSSI - Vorrei segnalare una dimenticanza : nella zona Pane e Pomodoro il Palazzo marrone ed azzurro di una straordinaria bellezza strutturale ed architettonica ( che conteneva il ristorante EL CID CAMPEADOR ) che precede il Palazzo dell'Inail è di una bellezza ed armonia unica: fu progettato dal grande architetto barese Tonino Cirielli, venuto a mancare purtroppo giovanissimo a circa 40 anni, creatore di Parchitello tra Torre a Mare e Noicattaro, la città giardino con ville e palazzine di una bellezza ancora oggi straordinaria , tutte immerse nel verde oggi tanto desiderato e richiesto , della Sirenetta a Mare, del precedente restyling di Via Sparano con alberature e di tantissimi edifici.
  • Anna Marotta - ....peccato che furono abbattuti ECOMOSTRI che chiudevano come una " saracinesca" la città vecchia e nuova Bari???????


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