Monopoli, contrada Santo Stefano: il tratto di mare più spettacolare di tutto il barese
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venerdì 21 giugno 2019
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di Ilaria Palumbo - foto Antonio Caradonna
Il nostro punto di partenza è via Procaccia, la litoranea che unisce il centro cittadino alla costa. Dopo 3 chilometri la strada si divide. Da una parte conduce a Porto Ghiacciolo, caletta “festaiola” sulla quale si affaccia la masseria della 70enne Maria, che continua a resistere alle lusinghe di chi vorrebbe acquisire la sua abitazione. Dall’altra porta su un viottolo caratterizzato dalla presenza di due colonne in pietra: introducono alla millenaria abbazia-castello di Santo Stefano, di cui parleremo più avanti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Noi ora giriamo a destra per un vialetto denominato contrada Marzone, circondato da pini marittimi, fichi d’india e cespugli. Sul ciglio del sentiero, nascosta fra la natura inselvatichita, si cela una piccola cappella votiva ricavata in un trullo in parte crollato. Al suo interno trovano spazio un altarino, quadri e ricami dedicati alla Vergine e a Padre Pio, che contribuiscono a creare un angolo di sacralità rupestre.
Proseguiamo per circa 200 metri, superando un grande campo coltivato in cui figurano anche numerose grotte scavate nella roccia, fino ad arrivare all’ingresso del camping Santo Stefano. A questo punto per dirigerci sul mare abbiamo due possibilità: imboccare a destra una stradina sterrata di un chilometro che aggira la struttura di villeggiatura, oppure superare un cancello verde che tramite un varco permette il passaggio dei pedoni. Scegliamo la seconda via.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci tocca così un cammino di 250 metri sotto il sole lungo un viale che costeggia il campeggio. Superata una villa d’epoca, la strada conduce finalmente sulla costa, lì dove si apre la grande baia di Santo Stefano, occupata dal lido omonimo, uno dei più esclusivi di tutto il barese. Ma l’insenatura è soprattutto il regno dell’abbazia-castello di Santo Stefano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Parliamo di un edificio fatto costruire intorno al 1086 dal conte di Conversano Goffredo d’Altavilla e che in seguito diventò convento per opera dei monaci benedettini. Venne ribattezzato Santo Stefano perché qui furono ospitate le reliquie del santo, poi traslate nel 1394 a Putignano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Furono infine i Cavalieri di Malta a trasformarlo in castello vero e proprio, con tanto di cinta muraria e fossato. Si tratta infatti di una struttura fortificata, a pianta rettangolare, su cui fanno capolino alcune torrette che ruotano attorno al cortile interno. Sul tetto fa bella mostra una copertura a falde ottagonali: si trova in corrispondenza della chiesa romanica del XIII secolo inglobata nell’abbazia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Continuiamo a passeggiare sul sentiero, lasciandoci la baia alla nostra sinistra. Arriviamo così davanti al mare aperto, in un punto caratterizzato dalla presenza di un edificio color panna da poco ristrutturato. Che fortuna abitare qui, avendo di fronte solo ed esclusivamente la vista dell’Adriatico.
La strada poi vira a destra costeggiando un litorale selvaggio e aspro, contraddistinto da scogli aguzzi e sporgenti, su cui risulta difficile camminare persino con le scarpe. Proseguiamo ancora per 300 metri su un sentiero sterrato ricavato tra l’erba alta, fino a incontrare una stretta insenatura che cambia totalmente lo scenario.
Qui la costa torna a essere dolce e si ritrova la sabbia. Siamo infatti davanti a Cala Sottile, una delle più piccole spiagge di Monopoli, riparata dal vento e contraddistinta dall’acqua bassa che la rende una sorta di piscina naturale. È l’ideale per i bambini, sempre se si ha il coraggio di portali fin qui.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La spiaggia è immersa nel verde: addirittura sul versante est si staglia un vero e proprio boschetto di macchia mediterranea, che regala una zona d’ombra ai bagnanti, donando al paesaggio un aspetto bucolico e rilassante.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma noi continuiamo, circumnavigando la caletta e ritornando a costeggiare il litorale, che da questo punto in poi si innalza prepotentemente, diventando impervio e inaccessibile. Il mare però tutt’a un tratto diventa cristallino e assume tinte “fiabesche”, che vanno dal verde all’azzurro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Probabilmente è l’effetto delle correnti provenienti dalle grotte sottostanti, una delle quali conduce direttamente al lago di Santo Stefano, incredibile specchio d’acqua nascosto alla nostra vista dalla boscaglia e da un’alta recinzione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E poi a un certo punto la costa si apre magicamente, accogliendo una sorta di golfo che crea un “effetto reef”: l’acqua diventa bassissima e trasparente, i colori virano sul verde e ci si ritrova davanti a un paesaggio “tropicale”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Vorremmo tanto tuffarci, ma sotto di noi ci sono parecchi metri: il “paradiso” è infatti raggiungibile solo a nuoto, magari riposandosi durante il tragitto su uno scoglio emerso in mezzo al mare. L’Adriatico si può comunque conquistare immergendosi da una più piccola insenatura adiacente, preceduta da grossi massi disposti a “scaletta”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
E infine, dirigendoci ancora verso sud, scopriamo l’ultimo gioiello di questo litorale: è Cala Verde, piccolo arenile immerso in una lussuosa vegetazione e circoscritto da bianche pareti rocciose. Rifugio degli amanti del mare, lontano com’è da bar, musica e cocktail in spiaggia, è l’emblema di contrada Santo Stefano: il più spettacolare tratto di costa di tutto il barese.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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I commenti
- Francesco Quarto - Mi spiace che il viaggio sia terminato a Cala Verde. Se Aveste proseguito un paio di cento metri, fino a giungere all'altezza del villaggio Torre Cintola, avreste notato una situaione molto più degradata. Un ampio tratto invaso da automobili (con prevalenza Suv) fin sugli scogli a deturpare la ormai scarsa macchia mediterranea. Anni fa furono posti dissuasori in cemento e una sbarra - presumibilmente dall'amministrazione comunale dell'epoca - in seguito divelti e vandalizzati. Proteste e lamentele sono state come al solito palleggiate tra le varie autorità (forestali, finché c'erano, vigili comunale, carabinieri, capitaneria di porto): a quanto pare nessuna aveva la competenza. Sulla litoranea, all'imbocco si legge ancora un cartello che avverte del pericolo di crolli sulla linea costiera degli scogli, e in effetti anche recentissimamente si può notare un crollo di un piccolo faraglione. ahimè