Le 24 chiese di Bari Vecchia, alla scoperta dei gioielli dimenticati: foto
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venerdì 14 febbraio 2014
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di Salvatore Schirone
Noi ci siamo avventurati nella città vecchia e abbiamo contato ben 24 chiese (escludendo appunto San Nicola e la Cattedrale), la cui importanza non è minore rispetto ai monumenti più famosi. Molte sono chiuse e di fatto abbandonate, per altre non c’è nemmeno un cartello che le possa indicare. Ma sono lì, a testimoniare la storia di questa città (vedi video e foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Abbiamo realizzato una mappa completa (foto 00a della galleria) che rivela dove sono queste chiese e come fare per arrivarci. Poi attraverso questo articolo e una serie di fotografie, abbiamo cercato di raccontarle. Un itinerario ideale tra vicoli e corti, nel tentativo di invogliare cittadini e turisti a una visita che in alcuni casi può lasciare davvero a bocca aperta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ecco il nostro viaggio.
Siamo in corso Vittorio Emanuele, all'altezza di Via Melo. E' questo il punto di partenza della nostra immersione nella città vecchia. Riemergeremo pochi metri più avanti, in largo Chiurlia altezza via Sparano. Si parte.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
1. Accostando il cancello che porta sulla terrazza Miramare (foto 00b), sulla destra in una rientranza di strada dè Gironda, incontriamo la chiesetta settecentesca di San Michele Arcangelo che nasconde al suo interno il leggendario tempio di San Benedetto. Qui furono ospitate le ossa di San Nicola appena giunte da Myra nel 1087 in attesa della costruzione della Basilica di San Nicola. L'edificio è chiuso naturalmente, con il sagrato invaso da auto in divieto di sosta (foto 01a): un cartello dice che viene aperta il sabato pomeriggio alle 18.30. Il portone dell'attiguo palazzo di San Michele immediatamente prima, al numero 15 (foto 01b), nasconde al suo interno quello che resta del monastero di san Benedetto, ad esempio il chiostro della struttura originale, fondato nel 978: uno dei più antichi antichi della città.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
2. Dobbiamo tornare un po' in dietro per raggiungere un'altra antichissima chiesa dell'XI secolo, collegata al convento benedettino: la Vallisa, con la sua caratteristica sporgenza absidale affacciata su piazza Ferrarese (foto 02a). Il nome, deformato dalla pronuncia popolare, deriverebbe dalla famiglia di commercianti di Ravello, i Ravellesi appunto, presenti dal XII secolo, alla quale anacronisticamente si attribuiva il merito dell'edificazione. Splendido il porticato recintatato (foto 02b).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
3. Ritorniamo sui nostri passi per raggiungere la Chiesa di Santa Teresa dei Maschi (foto 03). Sul portale si legge che fu eretta nel 1696. Incorporato nell'antico convento carmelitano, detto dei maschi per distinguerlo da quello femminile, sede parrocchiale fino al 1975. Poi chiusa, è stata lasciata in abbandono per 25 anni. Ultimamente restaurata è sede della Pinacoteca diocesana e della Biblioteca Provinciale De Gemmis. La chiesa viene aperta solo per ospistare manifestazioni culturali.
4. Proseguendo su piazza San Sabino dietro alla Cattedrale, raggiungiamo la Chiesa di San Martino (foto 04). Si può solo ammirare il portale settecentesco inserito nel palazzo Bianchi Dottula. Ma un bassorilievo trovato all'interno spinge la sua datazione al IX secolo. Al suo interno custodisce un ipogeo alla profondità di tre metri con in superficie una stanza unica. Purtroppo non possiamo entrarci.
5. Ritorniamo sulla via francigena, proseguendo da san Michele, per raggiungere la Chiesa dell'XI secolo di Sant'Anna in Sant'Agostino (foto 05a), che troviamo fortunatamente aperta per ammirare il fantastico altare in legno dorato del XVI secolo (foto 05b). È in questa chiesa, che da qualche anno si celebra la benedizione degli animali per la festa di sant'Antonio Abate il 17 gennaio.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
6. Lasciamo strada di Palazzo di Città, procedendo verso la Cattedrale, per imboccare strada San Gaetano (foto 06), dove si trova l'omonima chiesa. Ex chiesa del Santo Salvatore fondata nel 1056, fu affidata nel 1675 all'Ordine dei Teatini che la dedicarono al loro fondatore San Gaetano. Nessuna indicazione sul portale. Ma il gestore della pescheria di fronte ci assicura che viene aperta ogni domenica mattina per la messa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
7. Poco più avanti troviamo la Chiesa del Gesù (foto 07a) che si erge imponente nella piazza del palazzo Calò Carducci, che per via dei lavori di ristrutturazione si presenta invasa da auto e camion. Giace a terra, divelto da mesi, il cartello descrittivo dell'edificio (foto 07b) che ricorda la sua inaugurazione avvenuta nel 1595 a celebrazione del potente ordine dei gesuiti insediatosi in città nel 1583. Malgrado sia stata affidata attualmente ai Cavalieri del Santo Sepolcro, il cui stemma è ben visibile a destra del portale, la chiesa è sempre chiusa al pubblico. In alto sulla porta un piccolo cartello invita a chiamare un numero cellulare per prendere accordi per la celebrazione di matrimoni. Visibile quindi solo agli sposi e agli invitati?
8. Attraversiamo l'arco delle Meraviglie e raggiungiamo la Chiesa di San Marco dei Veneziani (foto 08a). Sorta su una precedente chiesa bizantina, la bella chiesa romanica pare sia stata edificata per celebrare la liberazione di Bari dall'assedio saraceno avvenuta tra il 1002 e il 1004 per opera della flotta veneziana del doge Pietro Orseolo II. In alto, a sinistra del portone troviamo tre bellissimi affreschi (foto 08b).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
9. Entriamo in strada del Carmine, procedendo a destra, verso la chiesa di Santa Maria del Carmine (foto 09a). I carmelitani arrivarono a Bari nel 1542 e dopo essere stati per lungo tempo in zona San Pietro si insediarono in questa chiesetta originariamente dedicata a san Rocco, nel 1640. Qualche anno fa durante gli scavi all'interno del convento sono emerse tracce della più antica chiesa bizantina del 1105. Della struttura restano porzioni di pavimenti e mura, tombe e pare anche un volume con volta a botte. Riusciamo ad entrare e ammiriamo il bellissimo altare maggiore in marmo policromo con il quadro della Madonna del pittore Lanave (foto 09b).
10. Risalendo la strada del Carmine direzione della Basilica di San Nicola, passando sotto l'arco Angioino, veniamo accolti dalla più antica chiesa di San Gregorio (foto 10a), costruita tra il X e l'XI secolo. Dopo infiniti rimaneggiamenti, è stata riportata al suo aspetto d'origine negli anni 30 del secolo scorso. Caratteristiche le tre monofore e il grande finestrone con due coppie di bifore presenti sulla sua imponente facciata (foto 10b).
11. Proseguiamo per via Martinez verso strada Annunziata. Il bel vicolo (foto 11a) si apre sulla piazza dove sorge un campanile barocco del XVII secolo (foto 11b). Unico segno di quello che resta della chiesetta di Santa Maria Annunziata eretta tra il 1592 e il 1602 accanto all'educandato per le ragazze orfane e dal passato burrascoso.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
12. Ritornando sui nostri passi ci si apre davanti il portale settecentesco della Chiesa di Santa Scolastica (foto 12a) e l'antico monastero delle benedettine cassinesi (foto 12b). Sorto intorno al XII secolo soppiantò diverse chiesette preesistenti, espandendosi pian piano fino al 1300. Siamo in zona San Pietro, la più antica della città, affacciata sul mare e attualmente sottoposta a intense operazioni di scavi archeologici. Tra l'altro qui un tempo sorgeva la medievale chiesa di San Pietro della quale oggi sono visibili alcuni resti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
13. Non molto lontano sorge il complesso archeologico della Chiesa di Santa Maria del Buonconsiglio. Recuperati i ruderi nel 1939, il complesso basilicale del XI-XII secolo fu risistemato nel 1982, divenendo uno dei più suggestivi luoghi di tutta la città vecchia (foto 13). Lo strano nome deriverebbe, secondo una tradizione orale trasmessa dallo storico Beatillo, da un terribile fatto di cronaca dell'anno 946. Pare che i popolani si riunirono in consiglio per rispondere con la forza a un sopruso dei nobili che si attribuirono il diritto di portare le figlie dei baresi all'altare come segno di superiorità. La reazione dei nobili portò a un conflitto armato con numerosi morti.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
14. Dopo aver raggiunto la punta estrema della città vecchia, non ci resta che ritornare indietro, proseguendo il cammino sul versante ovest, attraverso via Pietro Eremita. La prima chiesa che troviamo è San Francesco della Scarpa (foto 14a). La tradizione racconta che fu San Francesco in persona il lunedì di Pasqua del 1220 a porre la prima pietra del monastero. Dal XV secolo la chiesa fu affidata ai Frati Minori Osservanti, detti Zoccolanti, da cui l'attuale nome "della scarpa". Oggi il complesso è occupato dalla Soprintendenza ai Beni Artistici, Storici e Demoantropologici della Puglia (foto 14b) e la chiesa adibita a laboratorio di restauro. A mala pena ci fanno visitare il grande chiostro. Ne approfittiamo per scattare un paio di foto (foto 14c).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
15. Continuando a scendere da via Eremita, leggermente a destra, troviamo la Chiesa di San Luca (foto 15). Costruita nell'XI secolo dagli Slavi meridionali, fu dedicata a San Luca il Giovane. Pare che sia aperta solo la domenica mattina per la messa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
16. Subito dopo la Chiesa di San Giovanni Crisostomo (foto 16). Dal 1957, qui celebra la comunità cattolica di rito bizantino. Già esistente nel 1091, fu modificata nel XIII secolo e restaurata nel 1960.
17. Prima di affacciarci sul lungomare giungiamo alla Chiesa di Santa Chiara (foto 17). La sua origine è legata al passaggio dei Cavalieri Teutonici diretti in Terra Santa. Ma dal 1492 diventò sede del convento delle Clarisse che vi soggiornarono fino alla sua soppressione nel 1807. Parte del monastero è stato recentemente ristrutturato per accogliere la nuova nuova mensa dei poveri della parrocchia Cattedrale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
18. Usciamo verso il Castello e rientriamo nella città in direzione Cattedrale. Sulla destra scorgiamo la Chiesa di San Giacomo (foto 18a), annessa all'omonimo monastero delle monache Basiliane del X secolo. Questa chiesa è una delle poche quasi sempre aperta e per questo possiamo ammirare gli interni (foto 18b): copertura a botte, pavimento in maiolica invetriata del settecento, altare maggiore in marmi policromi del XVIII secolo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
19. Ritorniamo verso il Castello. Subito a sinistra sostiamo brevemente davanti alla bella chiesetta dei Santi medici (foto 19a), retta dall'arciconfraternita della SS. Trinità e dei Santi Medici, sovente aperta al pubblico per celebrazioni. Secondo una lapide rinvenuta durante i lavoro di restauro del 1848, si tratterebbe di una chiesa molto antica risalente all'XI secolo.
20. Seguendo il Castello ci infiliamo sotto il famoso Arco Alto per raggiungere la Chiesa di San Sebastiano (foto 20). Secondo la tradizione questa chiesa venne fondata dalla nobile famiglia Gizzinosi. La prima testimonianza documentale risale al 1192. Sempre chiusa, custodice un ambiente a cappella unica con volte a botte unghiata risalente al quattrocento.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
21. Per proseguire nel nostro cammino dobbiamo prendere un po' più avanti un vicoletto basso e stretto (foto 21a e 21b), un budello di strada, conosciuto come "la strette de Sande Lecì" (foto 21b), al cui interno troviamo incastonata nel piccolo arco del soffitto l'edicola dedicata a Santa Lucia. La stradina congiunge strada San Sebastiano alla sua parallela via Beomondo che ci riporta verso il Castello. Qui incontriamo la graziosissima Chiesa di Santa Maria degli Angeli (foto 21d). Chiesa menzionata già nel 1358 tra i beni appartenenti alla monastero di Santa Scolastica. La sua origine, seconda una delle tante tradizioni orali, risalirebbe al ritrovamento di una immagine della Madonna dentro la finestra di una cappella situata fuori dalle mura della città dopo il suo crollo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
22. A pochi passi, la Chiesa di San Domenico (foto 22) appartenente al vecchio convento dei Domenicani, oggi palazzo della Prefettura.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
23.Lasciandoci alla spalle il Castello proseguiamo sulla strada fino al suo termine. Giunti in Largo Chiurlia, abbiamo a sinistra un arco, attraversato il quale giungiamo alla Chiesa di San Giuseppe (foto 23). Gli storici la fanno risalire al IX secolo. La leggenda narra che la nobile Romana Churi Dottula dal ritorno del viaggio in Albania dove era accorsa in aiuto al figlio prigioniero, riportò con sé i resti di un tempio pagano sul quale fece costruire l'attuale tempio. Dopo i restauri del 1583, la chiesa fu affidata successivamente ai Teatini, alla confraternita di Santa Maria Iannaci e infine alla confraternita di San Giuseppe.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
24. Ripassiamo l'arco e usciamo in piazza Chiurlia. Davanti a noi il quartiere Murattiamo e via Sparano. Siamo giunti alla fine del percorso. Ma prima di lasciare la città vecchia, raggiungiamo sulla sinistra la chiesetta di San Bartolomeo (foto 24), nell'omonima strada. San Bartolomeo de Mura esisteva già nel 1075. Distrutta nel 1156 da Guglielmo il Malo, venne riedificata nel 1180, come ricorda una epigrafe sulla vicina abitazione.
Il nostro viaggio finisce qui. Un assaggio di quanto la città vecchia di Bari può offrire non solo al curioso turista, ma anche al cittadino barese desideroso di approfondire le sue radici storico-religiose e artistiche. Perché in fondo, come dice un verso il demologo Alfredo Giovine: "Ci non ganòsce a BBare le cose de stu paìse, cchiù de le frastìire, sò probbie le barìse" (Chi non conosce a Bari le cose di questo paese, più dei forestieri sono proprio i baresi)
Il video del nostro viaggio a Bari Vecchia (di Carlo Gelardi):
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Salvatore Schirone
Salvatore Schirone
I commenti
- Virgilio Marrone - Bella iniziativa, interessante e utile. Da diffondere e da poter regsitrare per possibibili utilizzi futuri.