Chiese, torri, spiagge libere e bar d'antan: Capitolo non è solo feste e lidi
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venerdì 5 ottobre 2018
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di Ilaria Palumbo e Carlo Maurantonio - foto Antonio Caradonna
Siamo dunque andati a visitare “l’altra” Capitolo (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entriamo nel “paese” attraverso la provinciale 90, la lunga via che dopo aver permesso l’accesso alle tante calette di Monopoli sud confluisce nella contrada.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulla nostra sinistra, affacciata su una conca naturale, si trova Torre Cintola: è una delle sei antiche torri d’avvistamento ancora presenti in terra di Bari, costruite nel Cinquecento per contrastare le invasioni da parte di corsari e pirati. L’edificio risulta in parte crollato: fu infatti colpito nella Seconda Guerra Mondiale dall’artiglieria delle truppe inglesi, durante un’esercitazione.
Lasciamo la struttura per percorrere il “lungomare” che ci permette di passeggiare comodamente a ridosso della costa. Riusciamo così a immortalare un giovane alle prese con uno spettacolare tuffo, prima di ritrovarci davanti alla vera meraviglia del posto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Davanti ai nostri occhi si profilano infatti una serie di forme scultoree ben definite e squadrate impresse nella roccia a creare una sorta di labirinto tra piccoli tratti sabbiosi. Sono le “calette di Torre Cintola”, piscine naturali formatesi grazie all’antica attività di estrazione del tufo che un tempo aveva luogo in quest''area.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Superata poi una larga curva, eccoci di fronte alla baia di “Porto Giardino” che ospita la spiaggia più grande della zona, dominata da un grande bar affacciato sulla cala.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma quando sembra di essere arrivati nella Capitolo “festaiola”, ci basta volgere lo sguardo sull’altro lato della strada per incontrare un’originale struttura tufacea, nascosta in parte dalla vegetazione e protetta da un basso cancello in ferro. Si tratta della chiesa rupestre di San Giorgio, risalente al Medioevo e riscoperta solo pochi anni fa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci è impossibile avvicinarci, ma anche da lontano balza subito all’occhio il foro presente sulla facciata: è impreziosito da una serie di scanalature concentriche che disegnano una sorta di rosone, che contribuisce a creare un’atmosfera misteriosa attorno all’edificio sacro.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La chiesa era probabilmente visitata durante i pellegrinaggi sulla via Francigena, che utilizzavano l’antico percorso romano della via Traiana, la cui presenza ci viene segnalata da un grande cartello sbiadito.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Anche se i resti di questa strada gloriosa non sono ben visibili fra le sterpaglie che invadono il litorale roccioso. Come risulta ormai quasi del tutto scomparsa la Torre di San Giorgio: una struttura ridotta a un cumulo di pietre che si affaccia sull'acqua blu. Testimonianze che rivelano comunque il glorioso passato di questa contrada.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Noi nel frattempo siamo arrivati nei pressi del borgo abitato, di fronte al quale si concentrano vari ristoranti situati a ridosso dell’Adriatico. Siamo nei pressi della cosiddetta “scogliera di Capitolo”: un tratto di costa che alterna scogli che invadono prepotentemente il mare a piccole cale sabbiose e appartate raggiungibili attraverso delle scalette.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sulla strada principale si intervallano poi alcuni bar “d’antan”, frequentati da anziani signori che sorseggiano comodamente una birra o un caffè. Uno in particolare ci colpisce per l’aspetto molto “vintage”: sembra infatti essere rimasto appeso al passato, come dimostra una grande foto d’epoca situata accanto all’ingresso che ritrae l’edificio negli anni 70, ai tempi dello sviluppo della frazione.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Sono questi i simboli della “vecchia” Capitolo, il cui borgo abitato si sviluppa attorno a poche stradine senza nome. «Il “paese” viene però quasi abbandonato durante l’inverno - sottolinea il 63enne Nicola -. Qui rimangono solo una cinquantina di irriducibili che devono convivere con la totale assenza di servizi: dalla posta, alla farmacia, al supermercato».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Stesse parole del 72enne Carlo, che abita tutto l’anno una bianca masseria. «Io sono nato e cresciuto qui – afferma l’anziano signore – e sono quindi molto legato alla contrada. E’ però vero che finita l’estate il posto si svuota: rimane aperto solo un alimentari che fornisce i beni di prima necessità».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’uomo ci spiega come l’edificio di sua proprietà (acquistato dal nonno 90 anni fa) un tempo ospitasse un’assemblea di religiosi che si riuniva appunto in un “capitolo”. Ecco quindi spiegato il nome di questa località molto antica che però, proseguendo verso sud, diventa solo un susseguirsi di lidi e luoghi del divertimento. Voltando le spalle alla propria storia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
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