Il rione Fesca di Bari: al confine, misconosciuto, ma dalla storia antica
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giovedì 1 ottobre 2015
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di Mina Barcone
In realtà questa zona di Bari ha una storia antica: il nome “Fesce” è rintracciabile in documenti risalenti al 1300 ed è qui che sfociava l’antico fiume Tiflis che ora prende il nome di Lama Balice. Fesca inoltre in epoca fascista era una delle mete estive privilegiate dai baresi: un treno a vapore chiamata “ciclatera” (caffettiera) fermava qui, proprio per permettere ai bagnanti di riversarsi sulle spiagge di sabbia ora scomparse.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Oggi invece Fesca si presenta come un agglomerato di condomini, con strade che sfociano su un lungomare poco frequentato. Anche se un certo fascino la zona lo mantiene ancora, un fascino da “quartiere di confine”. Abbiamo deciso quindi di fare un giro nel rione in una soleggiata mattina di settembre. (Vedi foto galleria)
Fesca inizia dal punto in cui strada San Girolamo cambia nome per essere identificata come via Perosi. La strada rappresenta l’arteria principale del quartiere e presenta da un lato una serie di palazzine e dall’altro diverse villette dai colori vivaci sulle quali è possibile scorgere simpatici nani e animali in ceramica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una stradina in discesa, via Paisiello, porta sul lungomare IX Maggio. Anche qui sono presenti villette su entrambi i lati, alcune molto belle e nuove, altre rovinate dal tempo e dalla salsedine. Poco più avanti, sempre sulla stessa strada, due anziane signore ci mostrano la piccola chiesa di Sant’Antonio, risalente agli anni 30. All’interno troviamo una decina di panche, un crocifisso e la statua del Santo in una teca. «Purtroppo l’edificio è troppo piccolo per riuscire a ospitare tutti i fedeli di Fesca – ci confida una delle due donne – per questo il parroco celebra qui solo il giovedì sera e la domenica mattina. Da un paio d’anni infatti è stato allestito un capannone molto più grande in via Romito».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Torniamo quindi su via Perosi per dirigerci verso via Romito, dove sorge appunto la parrocchia “Gesù di Nazareth”. Ci troviamo davanti a un vero e proprio capannone con ben evidenti due grandi croci gialle. Accanto è presente un campetto di pallone. «La parrocchia è abbastanza frequentata – afferma il 50enne Antonio –. Negli ultimi anni la comunità sta crescendo: ci sono più di quaranta ragazzi che prendono parte alle attività che il prete organizza».
Ci spostiamo a questo punto verso il lungomare IX Maggio, sul quale si affacciano palazzine fatiscenti, una pescheria e un piccolo bar. Da qui è possibile scorgere il porto di Bari e qualche nave attraccata in attesa di salpare. Una spiaggetta di ciottoli costeggia il lungomare, che si allunga su un molo sul quale si trovano sedie di legno e tavoli in plastica legati ad alcuni pali. «Solitamente nelle sere d’estate gli anziani vengono qui a godersi la frescura della brezza marina e a scambiare qualche chiacchiera, ma anche “il gioco della birra” è molto gettonato», ci spiega il 55enne Gaetano, che chiarisce così il perché della presenza delle sedie.
Del resto il quartiere non ha piazze o punti di aggregazione, quindi i residenti si accontentano di quel che c’è, che sia una chiesa, un molo o un marciapiede un po’ più largo. Infatti sempre nei pressi del lungomare, riversati sul marciapiede di una stradina in salita e al fresco di una rampicante, notiamo una ventina di persone anziane intente a giocare a carte. C’è chi parla di politica, chi racconta pettegolezzi. «Siamo tutti pensionati, abbiamo dai 65 agli 80 anni– afferma il 70enne Luigi –. A Fesca non c’è molto da fare, così la mattina ci incontriamo qui mentre le nostre mogli preparano il pranzo o rassettano la casa. Passiamo qualche ora spensierata».
Ci congediamo dal gruppo per continuare a passeggiare sul lungomare in direzione nord. Affianchiamo il "lido Massimo”, uno dei 12 stabilimenti balneari a nord di Bari e poco più avanti notiamo un grande rimessaggio con diverse barche al suo interno e un piccolo e grazioso molo di colore verde. Poi a un certo punto la strada ci costringe a virare verso l’interno. Di fatto qui il lungomare di Bari si interrompe dopo aver percorso decine di chilometri. Il motivo è semplice: in questo punto Lama Balice, uno dei nove ex antichi fiumi di Bari, trova sbocco a mare. Insomma siamo su un territorio di importanza grandissima dal punto di vista geologico e ambientale, su cui non si poteva certo costruire.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per ritrovare il mare bisogna quindi mettersi in auto, prendere la tangenziale in direzione nord e uscire su strada del Baraccone, una via che porta sulla costa. Percorrendola, una scritta sul muro attira la nostra attenzione. Recita: “Marchettari attenti, vi mettiamo su internet. I residenti”. La zona di sera deve essere frequentata evidentemente da insoliti personaggi. Sulla strada è presente anche una delle due scuole di windsurf della città, che sorge su quella che fu una colonia marina per bambini, costruita durante il Fascismo.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci ritroviamo quindi sul mare, anche se l’area appare molto desolata: c’è un cartello con il divieto di balneazione, rifiuti ovunque, un muretto che cade a pezzi e poi rovi e fichi d’india. Siamo nel silenzio più assoluto: siamo alla fine di Bari, siamo a Fesca.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
I commenti
- Giuseppe Paparella - E' tutto vero però adesso, finalmente si sono ricordati di dare inizio al famoso nuovo lungomare su questa zona. Se è vero quello che dicono avremo nuovi lidi per ......balneazione ? Speriamo bene e che realmento questi lavori si completeranno